Sbagliare il rimborso spese non è motivo di licenziamento

La corte di Cassazione con la sentenza n.23189 del 22 agosto 2025 che la procedura automatizzata impedisce al dipendente di essere accusato di condotta fraudolenta.

Il caso una lavatrice richiese un rimborso spese di oltre 920 euro ma 250 di questi sono stati ritenuti, successivamente, non rimborsabili dall’ azienda, quindi stornati dall’ importo complessivo.

Il datore di lavoro procede al licenziamento con indennizzo di sei mensilità.

Il lavoratore impugna il licenziamento, con sentenza positiva la decisione è stata ribaltata dalla Cassazione che esclude l’elemento della fraudolenza,in presenza di una procedura informatica automatizzata per la gestione di rimborsi spese.

Il lavoratore ha semplicemente inoltrato la richiesta nel portale aziendale pertanto il giustificativo è soggetto a controllo aziendale.

In poche parole la procedura del rimborso è informatizzata,il datore di lavoro svolge la verifica finale per cui la condotta del lavoratore non integra gli estremi della condotta fraudolenta ma una semplice irregolarità nell’ applicazione della procedura aziendale interna.

Alfredo Magnifico 

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