Dall’ultimo rapporto della International Business Report di Grant Thornton emerge che le aspettative sui ricavi, export e investimenti in ricerca e sviluppo rimangono molto basse, la causa è determinata dalle preoccupazioni che nei primi tre mesi dell’anno si sono tradotto in un generalizzato calo dell’ottimismo da parte delle imprese sulle prospettive economiche per i prossimi 12 mesi derivanti dalla fragilità dei mercati finanziari, dalla volatilità del prezzo del petrolio, dal terrorismo, dalla Brexit e dalla corsa alla Casa Bianca.
Nel dettaglio, l’ottimismo delle imprese è sceso al 26% nel primo trimestre 2016, il dato più basso dal quarto trimestre 2012. Una tendenza che accumuna le principali economie mondiali: negli Usa il dato è sceso dal 50% della fine dell’anno al 46%, nel Regno Unito dal 73% al 44%.
Solo il 13% (precedente 15%) si aspetta un incremento dell’export nei prossimi 12 mesi, la percentuale più bassa dal 2010,il 18% prevede nuovi investimenti in ricerca e sviluppo (precedente 22%), le speranze occupazionali scendono al 24% dal precedente 29% e solo il 35% crede in una crescita dei ricavi nel prossimo anno.
A livello europeo il dato sull’ottimismo è calato dal 38% di fine 2015 all’attuale 34%: il risultato più basso dall’ultimo trimestre del 2014. Un contributo fondamentale a questa caduta è stato dato dal Regno Unito, dove l’ottimismo è calato dal 73% al 44%, il più grande crollo all’interno dei paesi Ue.
L’ottimismo ha subito un rialzo solo in Italia (da un 32% ad un 50%), in Germania (dal 35% al 38%) e in Francia (dal 1% al 12%). Il generale calo della fiducia deriva dal particolare momento economico-politico che tutto il mondo sta vivendo. Basti pensare alle paure derivanti dal dilagare del terrorismo, timori che influenzano a loro volta la stabilità dei mercati finanziari.
C’è un rischio in questa regressione, ma in realtà momenti come questo presentano delle opportunità a lungo termine, l’ Italia sembra averlo capito.
Alfredo Magnifico
Rapporto della International Business Report : Petrolio, Brexit e terrorismo minano la fiducia mondiale
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