Qualità della vita/ Molise malmesso: Campobasso ‘crolla’, Isernia migliora leggermente

Battendo il tasto sul solito tormentone si potrebbe dire che il Molise esiste ma non ci si vive poi così bene, o almeno non come un tempo. L’annuale studio sulla qualità della vita nelle 107 province italiane, realizzato dal quotidiano Italia Oggi di concerto con l’Università La Sapienza di Roma ed in collaborazione con la Cattolica Assicurazioni, traccia un quadro che, manco a dirlo, ci vede malmessi e comunque peggio rispetto all’anno precedente, ma con dei distinguo tra le due province. Intanto i dati generali: primeggia Parma, con un balzo dal 39essimo posto al primo, spodestando Pordenone che scende al nono posto. In generale si distingue marcatamente il Nord rispetto al Sud, al punto che la prima provincia meridionale, Matera, figura al 55esimo posto.

Ci sono realtà che in un anno hanno letteralmente cambiato faccia: Cremona dal 74esimo posto al 26esimo, Piacenza dal 73esimo al 43esimo, Ferrara dal 45esimo al 24esimo. Di contro ci sono quelle che sono crollate: Udine dal nono posto al 46esimo, AScoli Piceno dal sesto al 27esimo, Como dal 17esimo addirittura al 62esimo, L’Aquila dal 22esimo al 68esimo ed altri ancora. Tutto meridionale il fondo della classifica: l’ultima provincia del Nord, Alessandria, figura in 72esima posizione, mentre tra le grandi città, Napoli è al penultimo posto e Palermo al 99esimo su 107.

Sono proprio alcune metropoli a fare la figura del leone, naturalmente tutte settentrionali: Torino dal 64esimo posto balza al 19esimo, Firenze dal 31esimo al sesto, Bologna dal 27esimo al quarto, Milano dal 45esimo al quinto mentre Genova va dal 52esimo al 40esimo e Roma è più o meno stabile, guadagnando 4 posizioni e collocandosi al 50esimo posto e stabile è anche Bari, dall’88esimo posto all’86esimo.

Veniamo adesso al Molise. Campobasso rimedia un brutta figura scendendo ulteriormente dal 65esimo posti fino al 78esimo, mentre Isernia riesce a guadagnare posizioni, salendo al 75esimo posto dal 79esimo; ma visto quello che hanno fatto gli altri non è comunque una grossa soddisfazione per la regione. Il dato locale non ci meraviglia affatto; che Campobasso fosse in progressivo degrado era più o meno risaputo e noi lo abbiamo scritto ripetutamente nel ‘silenzio assordante’ delle istituzioni politiche, tutte colpevoli di inefficienza e mancanza di volontà a porre rimedio alla situazione.

Non entriamo nel merito dei dati disaggregati, che meritano trattazione separata e diranno poi quali sono gli indicatori che hanno determinato la debacle campobassana e il risultato più stabile di Isernia; di certo la nostra è una regione dove progressivamente peggiora la qualità della vita, che si sta spopolando lentamente ma inesorabilmente e che non può offrire al momento alcuna ipotesi occupazionale decente alle giovani generazioni.

O si tamponerà l’emorragia o sarà la fine: ma l’idea è che chi di dovere non abbia la forza o la volontà per intervenire e salvarci tutti.

(s.m.)

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