L’opinione/Sanatoria lavoratori stranieri, un fallimento

Ad un anno dall’entrata in vigore della sanatoria per i lavoratori stranieri sulle 220 mila domande presentate ne sono state esaminate appena il 14% e accolte il 5%

Il decreto “rilancio” prevedeva una “questione calda” regolarizzare i rapporti di lavoro irregolari di lavoratori italiani o stranieri e introdurre per lo straniero, con un permesso di soggiorno scaduto, la possibilità di ottenerne uno in deroga alle regole “ordinarie” della durata di sei mesi, circa 220 mila le domande di regolarizzazione di lavoratori stranieri, tra braccianti, badanti e colf, con un’entrata per le casse dello Stato di circa 94 milioni di euro.

Ad un anno dall’apertura della finestra per presentare le domande sulla base dei dati raccolti dal ministero dell’interno e da prefetture e questure attraverso una serie di accessi civici , il quadro appare grave in tutta Italia: delle 220.000 persone che hanno fatto richiesta, solo 11.000 (il 5%) hanno in mano un permesso di soggiorno per lavoro, mentre circa 20.000 sono in via di rilascio.

La situazione nelle grandi città è drammatica: a Roma, al 20 maggio, su un totale di circa 16.000 domande ricevute, solo 2 pratiche sono arrivate alla fase conclusiva e non è stato ancora rilasciato alcun permesso di soggiorno, a Milano, su oltre 26.000 istanze ricevute in totale, poco più di 400 sono i permessi di soggiorno rilasciati.

I datori di lavoro rimangono sconcertati per i tempi lunghissimi,  pesantissime le conseguenze di tale ritardo sulla vita delle persone coinvolte a causa dei sempre nuovi insormontabili ostacoli burocratici, a partire dalla difficoltà di accesso al sistema sanitario nazionale e alle vaccinazioni, con un impatto inevitabile anche a livello di salute pubblica nel contesto di emergenza che si sta vivendo.

nonostante fosse previsto, nel decreto che ha dato il via alla “sanatoria”, personale aggiuntivo destinato alle prefetture per esaminare le pratiche di regolarizzazione,il personale addetto è entrato in servizio, neanche dappertutto, solo i primi di maggio scorso, contribuendo significativamente al prolungarsi dei tempi per le decine di migliaia di pratiche negli uffici competenti in tutt’Italia.

Occorre che  la ministro dell’interno intervenga per superare gli ostacoli burocratici e velocizzare l’iter delle domande, in modo che le quasi 200.000 persone ancora in attesa di risposta possano al più presto perfezionare l’assunzione, certamente non sarà sufficiente questa misura a risolvere il problema della creazione costante di nuova irregolarità, come dimostra quanto accaduto con le sanatorie negli ultimi vent’anni, anche perché una gran parte di persone senza documenti ne è stata esclusa, vista la limitazione a pochi settori lavorativi.

Occorre che governo e Parlamento intervengano per ampliare le maglie della regolarizzazione e favorire legalità e integrazione, a partire da uno strumento di emersione che sia sempre accessibile, senza bisogno di sanatorie e dia la possibilità a chi è già in Italia e rimane senza documenti, di regolarizzare la propria posizione se ha la disponibilità di un lavoro o è radicato nel territorio, con nuovi meccanismi di ingresso per lavoro o ricerca lavoro.

Alfredo Magnifico

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