Il Rapporto della Caritas mostra un Paese segnato da disuguaglianze crescenti, fragilità diffuse e sistemi di protezione in affanno, con ricadute profonde sulla vita quotidiana e traccia una mappa, nitida, della povertà che attraversa l’Italia.
Un paese, in crisi, trascinato in un vortice di fragilità economica e sociale, caratterizzato da salari stagnanti, ricchezze polarizzate e un sistema produttivo che negli ultimi trent’anni non ha saputo proteggere i più esposti.
I numeri offerti dal documento raccontano un arretramento che affonda le radici nel lungo periodo.
Dal 1990 al 2020 l’Italia è l’unico paese dell’area Ocse con una variazione negativa dei salari reali medi, un arretramento che colpisce; giovani, donne, lavoratori e chi è costretto a un part-time spesso involontario.
La ricchezza dei più paperoni è più che raddoppiata dagli anni Novanta, quella dei venticinque milioni di italiani più poveri si è ridotta oltre tre volte, almeno dieci milioni di adulti non dispongono di risparmi sufficienti a fronteggiare un imprevisto, condizione che trasforma qualunque shock in un baratro.
Anche l’Istat conferma questa dinamica di impoverimento strutturale che riguarda il 9,8% degli italiani e oltre due milioni di famiglie, un aumento del 43% in dieci anni che segna un radicamento profondo dell’indigenza.
Nel 2024 la Caritas ha aiutato quasi duecento ottantamila nuclei, dei quali molti vivono un disagio che non è solo economico, una famiglia su due presenta almeno due fragilità intrecciate, spesso tre o più.
La povertà si cumula in un misto di mancanza di reddito, isolamento, problemi abitativi, salute precaria e relazioni spezzate.
Una donna su tre ha subito violenza almeno una volta nella vita e nel 76% dei casi chi si rivolge ai centri antiviolenza non è economicamente autonoma, in un misto di dipendenza finanziaria, precarietà lavorativa, insicurezza abitativa e difficoltà nel costruire percorsi di uscita. Le donne più colpite hanno tra i quarantacinque e i cinquantaquattro anni, ma cresce la presenza delle più giovani, complice il drammatico aumento delle uccisioni che tocca adolescenti e ventenni. Oltre tre quarti di minori sono testimoni delle violenze in famiglia.
Far sopravvivere questi contesti significa affrontare solitudini multiple, reti mancanti e ostacoli che rallentano l’autonomia.
Un altro fronte in espansione è quello del gioco d’azzardo, nel 2024 gli italiani hanno giocato centocinquantasette miliardi di euro, con un incremento superiore al 300% rispetto al 2006.
La proliferazione dell’offerta, la rapidità delle giocate e la diffusione dei canali digitali hanno trasformato l’azzardo in una macchina che consuma tempo di vita. Solo per le slot si stimano trentotto milioni di ore l’anno.
Le perdite complessive superano i venti miliardi e pesano soprattutto sulle regioni più povere. L’azzardo costa di più a chi ha meno e sottrae risorse preziose ai bilanci familiari.
Per la Caritas, bisognerebbe prendere di petto questo dramma con un progetto che intreccia prevenzione, regolazione e responsabilità pubblica.
La povertà energetica nel 2023 coinvolgeva più di due milioni e trecentomila famiglie, pari al 9% del totale, contro poco più del 3% dei nuclei più benestanti.
La riduzione delle risorse destinate ai bonus ha aggravato la situazione, costringendo molti a limitare consumi già essenziali.
Le povertà contemporanee non sono episodi isolati ma sistemi complessi di vulnerabilità che si alimentano tra loro, affrontarle richiede politiche capaci di prevenire, sostenere e ricostruire legami sociali.
Alfredo Magnifico







