L’intervento/ Culle vuote: le cause che spiegano la riduzione della natalità

Il crollo della Natalità sta diventando il vero problema, tra i più gravi, che le generazioni future dovranno affrontare, infatti un’analisi fatta sulla correlazione tra il forte calo delle nascite e il mondo del lavoro, addebita il crollo delle nascite al calo di occupazione e alla robotizzazione che l’hanno fatta crollare di oltre il 30% rispetto a dieci anni fa.

L’incertezza economica, amplificata dalla pandemia, implica la rinuncia dei giovani a formarsi una famiglia e ancor di più a procreare, con un calo enorme di consumi nei settori dell’infanzia.

L’impennata dei prezzi per i beni di prima necessità, sommato alla difficoltà di trovare impieghi stabili e ben retribuiti, non garantiscono quella continuità, quella tranquillità, quella agiatezza alla vita delle nuove, potenziali famiglie.

La robotizzazione del mercato del lavoro che di volta in volta vanno a sostituire il lavoro umano,basti pensare che non esiste più un casellante alle uscite delle autostrade, alle casse dei negozi e supermercati dove le casse automatiche hanno sostituito le cassiere, alle filiere produttive di automotive, industria e logistica già decimate nel Paese dalla crisi del 2008 a oggi.

Altri problemi non indifferenti sono la ricollocazione e la riconversione delle risorse umane, che a oggi nelle migliori delle ipotesi impiegano circa il 30% di tempo in più, per riuscire a rientrare nel mondo del lavoro e spesso con contratti incerti e mansioni e salari di qualità inferiore.

L’inflazione che galoppa e  mai così alta come dal 2012 a questa parte, i rincari nel 2022 aumenteranno la spesa di 900 euro in più, rispetto al 2021, le famiglie e i pensionati soprattutto chi vive da solo,sono alla canna del gas e sempre più gente si aggira a rovistare nei rimasugli dei mercati se non nei secchi dell’immondizia. un esborso superiore dovuto per due terzi alle maggiori spese di luce, gas e acqua.

Gli aumenti dei prezzi riducono drasticamente il potere di acquisto delle coppie con tre figli a carico,fregate dall’assegno unico,e chiamate a confrontarsi nel 2022 con aumenti complessivi che si aggirano attorno ai 2.000 euro.

Le famiglie e i consumatori cercano di compensare gli aumenti con tagli a quelle spese ritenute superflue ovvero “la riduzione della partecipazione attiva alla vita sociale e formativa, con tagli drastici alle risorse destinate a formazione, tempo libero, ristorazione e turismo intorno che si aggirano intorno al 40%.

A soffrire maggiormente di questa situazione è soprattutto il piccolo commercio, la bottega, spesso, sempre più impossibilitato a far fronte alla concorrenza dei grandi player del mercato digitale, con chiusura dei punti vendita, e con ricaduta di ulteriore perdita di occupazione e di attività al dettaglio nei quartieri anche con perdita di vita,luminosità e sicurezza.

Alfredo Magnifico

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