Eurostat fotografa un paradosso tutto italiano: i lavoratori sono a rischio povertà; non basta avere un impiego per poter garantire a se stessi e alla propria famiglia una vita stabile, secondo Eurostat si trova in questa condizione il 10,2% degli occupati del nostro Paese, in aumento rispetto al 9,9% del 2023.
Gli stipendi non riescono più a tenere il passo dell’inflazione, del costo della vita e dei carrelli della spesa sempre più cari.
I settori più colpiti sono i dipendenti del commercio, della vigilanza privata, della logistica, della ristorazione e dei servizi alla persona.
Da diverso tempo inoltre, è in corso la cosiddetta “erosione del ceto medio”, i dati arrivano da un recente studio realizzato da Iref Acli, basato su dati anonimi forniti dal Caf di circa 550 mila nuclei familiari, riferiti ai cinque anni fiscali consecutivi 2020-2024.
I numeri parlano chiaro, l’ascensore sociale non solo si è rotto, ma quasi non esiste più: se il 10% delle famiglie prese in esame sono passate dal ceto medio a quello inferiore, viceversa solo lo 0,8% è riuscito a migliorare le proprie condizioni di vita.
Sempre più famiglie, inoltre, sono messe di fronte alla scelta: pagare le bollette o affrontare spese mediche? i dati ci dicono che sono sempre di più le persone che scelgono di rimandare le cure.
Alfredo Magnifico