L’intervento/Giovani, una generazione senza futuro?

La mia generazione non ha conosciuto la guerra,ma le conseguenze della guerra, è cresciuta vivendo la spensieratezza degli anni 60,  ma via-via ha visto momenti di tensione e di paure; paura del terrorismo,i sequestri,le restrizioni,i blocchi per il risparmio energetico degli attentati, le città blindate, le Torri gemelle, gli attentati.

A quelle paure abbiamo reagito, sforzandoci di mandare avanti una vita il più possibile normale, invece negli ultimi mesi si è formato un clima cupo, di paura, di isolamento, di diffidenza e di frizione,avremmo dovuto riscoprire bontà e solidarietà abbiamo scoperto miseria umana e cattiveria.

Come durante il terrorismo ci vengono tolte delle libertà personali in cambio di tanta paura e un po’ di sicurezza in più, personalmente ho l’impressione che più che proteggere i giovani stiamo generando scompensi difficilmente recuperabili.

Vedo ragazzi chiusi in casa, a sognare la vita attraverso uno schermo e pensare che la scuola sia un videogioco, leggo di casi di autolesionismo e suicidi di adolescenti, ho notizia di aumento del lavoro di psichiatri,psicoanalisti,psicologi e psicoterapeuti oltre che d’apertura di reparti psichiatrici dedicati ai ragazzi, accanto ai nuovi reparti Covid.

Il problema non è il vaccino, il green pass, il super green pass, le terapie intensive o le misure di contenimento, i giovani,forse, non moriranno di Covid, ma rischiano di perdersi e non ritrovarsi perché avvolti da una visione del mondo; nichilista e manipolata, che non vede davanti a sé le prospettive di un futuro, un progetto, una vita da salvare, un domani sereno.

Penso: se questa politica caratterizzata da infantilismo litigioso e tutti noi mettessimo da parte cattiveria, cretinismo,populismo e tutti gli ismi e  usassimo questo periodo  per smorzare le contrapposizioni, per cercare di creare un clima di solidarietà e rispetto reciproco sarebbe come asfaltare una strada e percorrerla in discesa.

I governi sono preoccupati di contenere una pandemia che con tutte le varianti sta tenendo sotto scacco i nostri Paesi, vediamo le conseguenze negative nel lasciare andare le cose, senza certezze nelle decisioni, senza quei controlli e quelle disposizioni per la sicurezza di tutti, in tutto questo clima di grandi incertezze e anomalie, i giovani, i ragazzi, i bambini, rischiano di essere dimenticati e abbandonati.

La Dad non va esclusa, ma sappiamo anche le conseguenze negative che può avere sulla salute psicologica dei nostri figli.

Tutti insieme nonni genitori, insegnanti, catechisti, tutti noi adulti bisogna fare qualcosa di più per le nuova generazione, evitare i monti e le fornero, ma offrire loro prospettive, incoraggiamento, accompagnamento, stargli vicini, dialogare di più, ascoltarli di più, parlargli, dargli fiducia, fargli capire che questo momento passerà e potrà renderli più forti, maturi, capaci di empatia con chi è in difficoltà.

Quando si è giovani si ha ancora tempo, si ha davanti un futuro da costruire, ci sono energie, idee, inventiva che non vanno represse, sproniamoli ad aprirsi alla bellezza della fantasia e dell’immaginazione che è nel profondo del loro animo, facciamogli capire che li apprezziamo, che crediamo in loro, che li amiamo davvero. Aiutiamoli a reagire, con responsabilità e creatività,supportiamoli a trovare la strada per un futuro radioso,stiamo parlando dei nostri figli.

Alfredo Magnifico

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