Istat: torna a salire la disoccupazione

L’Istat nel suo bollettino periodico dedicato alle statistiche sul lavoro segnala che a febbraio è tornata a salire la disoccupazione, aumentando di 0.1 punti rispetto al mese precedente, toccando quota 11.7%.  Dopo la crescita di gennaio 2016 (+0,3%, pari a +73 mila), a febbraio la stima degli occupati diminuisce dello 0,4% (-97 mila persone occupate). La diminuzione di occupati coinvolge uomini e donne e si concentra tra i 25-49enni. Il tasso di occupazione, pari al 56,4%, cala di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente”, spiegano dall’Istat.
La stima dei disoccupati a febbraio è in lieve aumento (+0,3% pari a +7 mila), sintesi di una crescita tra gli uomini e un calo tra le donne. Il tasso di disoccupazione è pari all’11,7%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a gennaio“.
Andando nel dettaglio, l’aumento del tasso di disoccupazione è dato in larga parte dal calo dei dipendenti, che lasciano sul terreno 92mila contratti a tempo determinato e 22mila a termine.
Le assunzioni dal 31 dicembre si sono sensibilmente ridotte, a causa della diminuzione degli sgravi contributivi portano la situazione che comincia ad emergere adesso.  Al di la dei dati schizofrenici di decimali in più o in meno e dei proclami trionfalistici del presidente del Consiglio ,la situazione occupazionale continua ad essere comatosa, inoltre si riscontra la scarsa incisività data dal Jobs Act: d’altronde, è scontato come giudizio che affrontare una crisi di domanda con una riforma dell’offerta, è oltre che controproducente quantomeno inutile.  E questo ha provato a fare la riforma firmata Poletti, i cui effetti (nulli) è stato possibile mascherare fin tanto che gli incentivi sono durati.
Ciò che preoccupa non è solo la disoccupazione ma è anche il tasso di inattività, che dai massimi del 2013 aveva intrapreso un qualche percorso positivo: a febbraio torna sopra quota 36% (+0.2%) vanificando mesi di costante, sia pur lentissima, discesa.
Alfredo Magnifico

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