Il contagio da Coronavirus sul lavoro è assimilato all’infortunio sul lavoro

Il contagio da coronavirus “in occasione di lavoro” è assimilato all’infortunio sul lavoro; scatta quindi la relativa protezione dell’INAIL, il periodo di quarantena è considerato ‘malattia’, con la relativa regolamentazione. Lo stabilisce il decreto legge “Cura Italia”, oggi in Gazzetta Ufficiale mentre per i malati gravi, immunodepressi o oncologici, c’è la possibilità di restare a casa fino al 30 aprile come se fosse ricovero ospedaliero

È considerato infortunio sul lavoro il contagio avvenuto “in occasione di lavoro”: ossia, non solo sul luogo di lavoro (azienda, ufficio, cantiere, ecc.) ma anche in altre situazioni riconducibili all’espletamento del rapporto di lavoro, quindi nel tragitto casa-lavoro, o in trasferta di lavoro, e in ogni altra situazione di lavoro. In caso di contagio in una di queste occasioni, il dipendente ha diritto alle tutele INAIL anche per il periodo di quarantena.

In sostanza, l’Inail garantisce la tutela all’infortunato/contagiato, estendendo l’erogazione delle prestazioni anche al periodo di quarantena con astensione dal lavoro. La novità, precisa il decreto legge, si applica ai datori di lavoro pubblici e privati. Precisazione che esclude dalla tutela, però, i lavoratori autonomi comunque assicurati all’Inail.

Il “Cura Italia” stabilisce che il periodo di isolamento sia equiparato a malattia. La Norma (valida per il solo settore privato), prevede che il periodo trascorso in quarantena, con sorveglianza attiva e/o in permanenza domiciliare fiduciaria, è equiparato a malattia ai fini del trattamento economico (in genere a carico del datore di lavoro per i primi tre giorni e poi con partecipazione dell’Inps per il periodo successivo) e non è computabile ai fini del periodo di comporto (il periodo di malattia durante il quale non si può essere licenziati).

Norme specifiche, infine, sono previste per i malati gravi, pubblici e privati, disabili gravi, immunodepressi, con patologie oncologiche o che hanno in corso terapie salvavita: il decreto prevede la possibilità di restare a casa fino al prossimo 30 aprile, equiparando il relativo periodo di assenza dal lavoro a ricovero ospedaliero.

Alfredo Magnifico

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