Il business delle sagre se ne va fumo con il Dpcm

Dall’analisi Coldiretti-Ixè diffusa in vista delle nuove misure di contenimento necessarie per l’aggravarsi delle difficoltà causate dalla risalita dei contagi da coronavirus, emerge che lo stop alle manifestazioni va a colpire le comunità locali e i 34.000 operatori ambulanti che operano nell’alimentare, una stagione senza sagre e feste di Paese colpisce 3 italiani su 4 (73%) che ogni anno partecipano a eventi enogastronomici e folkloristici organizzati dal nord al sud Italia.

Lo stop alle sagre colpisce, comunità locali e operatori ambulanti, l’alimentare ma anche gli acquisti degli italiani che sfruttano questi eventi per rifornire le dispense di prodotti tipici con una spesa complessiva annuale stimabile in 900 milioni.

Sagre, fiere e mercati di paese riguardano ricorrenze storiche e religiose, ma anche prodotti tipici dell’enogastronomia locale che spesso, al centro di festeggiamenti concentrati in autunno, dalle castagne ai funghi, dalla polenta al vino, fino ai tartufi e noci.

Si tratta di una vera e propria tendenza frutto dell’esigenza di contenere le spese, ma anche ristabilire un rapporto più diretto con cibo, cultura e tradizioni territoriali.

Coldiretti consiglia la verifica della congruità del “cibo festeggiato” con la realtà produttiva del territorio, a stagionalità, garanzie offerte dalla partecipazione delle Istituzioni, Comuni, Parrocchie e organizzazioni di rappresentanza, accertare il coinvolgimento nell’iniziativa di operatori economici locali dai ristoratori agli agricoltori.

Il 92% delle produzioni tipiche nazionali si origina nei piccoli borghi con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

In alternativa alle manifestazioni enogastronomiche cancellate dalla pandemia, si sono diffusi oltre mille mercati di agricoltori che hanno messo tende e banchi in molte grandi e piccole città grazie alla Fondazione Campagna Amica che ha realizzato la più vasta rete di vendita diretta a livello mondiale insieme agli spacci nelle fattorie e negli agriturismi.

L’acquisto di un alimento direttamente dal produttore è occasione per conoscere non solo il prodotto, ma anche storia, cultura e tradizione racchiuse nelle parole di chi ha contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale, dei frequentatori tanti girano per Bighellonare ed infatti il 14% non spende niente, il 55% non più di dieci euro e il 28% tra i 10 ed i 30 euro per persona.

Acquistare prodotti a chilometri zero direttamente dal produttore è un segnale di attenzione al territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale.

Il cibo è diventato il vero valore aggiunto di gite e vacanze Made in Italy con l’Italia leader mondiale incontrastato nel turismo enogastronomico grazie al primato dell’agricoltura più green d’Europa con 306 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 524 vini Dop/Igp, 5155 prodotti.

Alfredo Magnifico

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