Covid 19/ Al mare dentro cabine di plexiglass?

“Andremo al mare questa estate. Stiamo lavoriamo per far sì che possa essere così”. Lo ha detto il sottosegretario del Mibact con delega al Turismo , Lorenza Bonaccorsi, a RaiNews24. Questa affermazione ha subito scanetato non solo polemiche ma anche la corsa alla ricerca di soluzioni possibili.


La prima proposta concretacon tanto di rendering dettagliati dalla Nuova Neon 2 della provincia di Modena, Azienda specializzata in coperture, stand e serramenti, che prevede una riorganizzazione degli spazi così fatta: meno ombrelloni e meno lettini, sull’arenile, e spazi «chiusi» da muri di plexiglass trasparenti. Si tratta di box trasparenti realizzati con pareti di plexiglas e profili in alluminio. I box sono quadrati, di 4,5 metri per lato con un “accesso” da un metro e mezzo di ampiezza.


Subito l’intervento di Mauro Vanni, presidente della Cooperativa Bagnini Rimini Sud che riunisce la gran parte degli stabilimenti balneari della città romagnola, nel definire la proposta che circola in merito a box in plexiglass per gli ombrelloni. ” Proposte fatte senza aver consultato le categorie di gente che non sa neanche di che cosa parla. Chiunque conosca il turismo balneare sa benissimo che è improponibile chiudere una persone dentro un box di plexiglass sotto il sole d’estate quando ci sono 40 gradi”.


Non si è fatta attendere nemmeno la risposta di Antonio Capacchione, presidente del sindacato balneari all’apertura estiva prospettata dalla Bonaccorsi. “Le soluzioni si possono trovare: dal distanziamento degli ombrelloni alla sanificazione delle attrezzature alla certificazione medica – afferma Capacchione su Repubblica – ma ora è prematuro perché dobbiamo dare tempo agli scienziati di conoscere le dinamiche della malattia”, ed aggiunge che “per la ripresa delle attività serve un’ordinanza nazionale e non tante ordinanze regionali che sia fatta sulla base di protocolli concordati con i rappresentanti del settore“.

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