Banda ultralarga, 1000 cantieri aperti in Italia, Anci: risultato positivo ma occorre fare di più

ANCI prosegue il monitoraggio dell’attuazione del Piano nazionale per la banda ultralarga (BUL). L’infrastruttura che è in corso di realizzazione – grazie a oltre 3 miliardi di investimenti dello Stato dedicati alle aree “bianche” dunque montane e interne del Paese – è a nostro giudizio fondamentale per ridurre il digital divide e consentire opportuni processi di sviluppo sociale ed economico dei territori.

I dati delle ultime ore diffusi da Infratel e Ministero dello Sviluppo economico sono confortanti. Sono stati aperti finora oltre 1.000 cantieri nell’ambito della prime due gare Infratel-Open Fiber per la realizzazione di infrastrutture a banda ultralarga nelle cosidette aree bianche del Paese, ovvero quelle interne e montane. È stato così raggiunto con anticipo l’obiettivo prefissato entro la fine del 2018. Nel dettaglio sono 1.033 i cantieri aperti al 19 novembre 2018.

Sul sito internet http://bandaultralarga.italia.it/  vi è un costante aggiornamento dei lavori e delle progettazioni nei Comuni italiani. La nuova rete viene realizzata sia con cavi in fibra ottica, sia (solo in alcuni Comuni) con strumenti wireless (sistema FWA).
Molti Comuni sono già stati contattati da Open Fiber, società che ha vinto l’appalto di Infratel (Ministero dello Sviluppo economico) per la progettazione definitiva e per l’avvio dei lavori.
Come previsto dal Contratto di concessione, il concessionario (Open Fiber) a valle dell’approvazione del progetto definitivo da parte di Infratel deve avviare l’attività di ottenimento delle autorizzazioni necessarie da allegare al progetto esecutivo dell’opera.
ANCI MOLISE conferma che è a completa disposizione dei Comuni per chiarimenti e anche incontri territoriali di approfondimento.
Si suggerisce ai Comuni che non siano già in stretto contatto con le Regioni per l’attuazione del Piano BUL, di avviare un rapido contatto con gli uffici regionali competenti.
Molti rallentamenti del Piano, negli ultimi mesi, sono imputabili anche a un sistema autorizzativo troppo lento. ANCI, credendo fortemente nel Piano BUL, evidenzia la necessità di limitare i tempi burocratici interni agli Enti locali. Stessa richiesta è stata trasmessa alle Regioni, oltre che a Rfi, Anas, ad altri soggetti che devono agevolare il percorso in tempi certi.
Le risorse che lo Stato e le Regioni hanno impegnato devono essere spese e rendicontate entro il 2020. Ci sono poco più di due anni per concretizzare il Piano BUL, a nostro giudizio tra i più grandi piani infrastrutturali italiani degli ultimi due decenni, unico in Europa per colmare il divario digitale tra zone urbane e aree rurali, montane, interne.
Il file allegato riporta lo stato del Piano BUL al 15 novembre 2018. Per ciascun Comune viene individuata la fase di appartenenza, lo stato delle attività, e l’eventuale firma della convenzione con Infratel che è condizione necessaria per l’avvio della progettazione esecutiva.

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