A pagare per tutti sono lavoratori e pensionati 

Nel 2022-2024 i salari e le pensioni hanno versato 25 miliardi in più per effetto del drenaggio fiscale, nel giro di questi tre anni la pressione fiscale è aumentata e a pagare sono,quasi, esclusivamente lavoratori e lavoratrici dipendenti, pensionate e pensionati,

I salari e le pensioni non sono aumentati allo stesso ritmo dei prezzi, ma, a causa dell’inflazione a due cifre e di una imposta progressiva non perfettamente indicizzata alla variazione dei prezzi si è innescato un paradosso: un aumento del prelievo fiscale che non corrisponde ad un rispettivo aumento della capacità contributiva di lavoratori e pensionati.

La grancassa del governo  dice che lavoratori e pensionati hanno ricevuto aumenti contrattuali, per alcuni è vero per altri è falso.

Il drenaggio fiscale, purtroppo, è stato più alto rispetto all’incremento salariale, paradosso anche quei lavoratori e lavoratrici che non hanno ricevuto aumenti hanno subito il drenaggio fiscale.

Un lavoratore che ha beneficiato di aumenti contrattuali passando da 27.794 euro annui lordi del 2022 a 30.993 euro del 2024 (+11,5%) ha subito un drenaggio fiscale di 1.382 euro.

Un dipendente che, purtroppo, non ha avuto alcun aggiornamento della busta paga guadagnando 27.432 annui lordi nel 2022 nel 2024, ha registrato un fiscal drag di 1.032 auro.

Il pensionato o la pensionata che nel 2022 riceveva un assegno annuo lordo di 16.900 euro e lo ha visto perequato a 19.255 annui lordi nel 2024 ha versato per drenaggio fiscale ben 708 euro.

Lo slogan governativo per la legge di bilancio prossima ventura è che sarà a favore del ceto medio, ma, la realtà è che il “70% di lavoratori e lavoratrici che non arrivano a 28 mila euro, la rimodulazione Irpef non produrrà alcun beneficio annuo e per i redditi pari a 30 mila sarà di tre euro al mese”.

A produrre oltre l’80% del gettito dell’Irpef sono lavoratori dipendenti e pensionati, ma quel che più “brucia e fa scandalo” è che a parità di “guadagno” la tassa che pagano dipendenti e pensionati è più alta di quel che pagano altri contribuenti.

Con un reddito di 35.000 euro lordi un lavoratore dipendente paga 6.898 euro di imposte, un pensionato 8.413 euro, un autonomo in flat tax 4.095 euro, una rendita finanziaria 4.375 euro, un professionista con 85.000 euro lordi in Flat tax versa 7.000 euro di imposte, con Irpef ordinaria più del doppio, 19.000 euro.

Quanto lavoratori e lavoratrici versano all’erario è non solo aumentato negli anni ma proporzionalmente di più di quanto versano autonomi, liberi professionisti e rendite finanziarie.

Il grave è che queste risorse non tornano loro attraverso welfare e servizi così come la Costituzione imporrebbe, purtroppo,oggi, parte consistente viene investita in armi e sistemi di “sicurezza”.

Bisognerebbe dire stop a flat tax, condoni, sanatorie e concordati, forse con un prelievo progressivo su extra profitti, rendite e grandi ricchezze, ad es. circa 500 mila contribuenti con una ricchezza di almeno 2 milioni, se pagassero un contributo di solidarietà pari all’1,3%, il gettito addizionale sarebbe di 26 miliardi di euro che potrebbero essere destinarsi a sanità, istruzione, non autosufficienza, politiche abitative, politiche sociali e trasporto pubblico.

Il sogno è questo,la realtà è che si passa da condono in condono favorendo evasione ed elusione.

Alfredo Magnifico

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