Angolo Liberaluna Onlus/Amelia, un esempio di resilienza

In questo articolo riportiamo le emozioni e le considerazioni di una donna che più di 7 anni fa ha deciso di denunciare il marito per le violenze subite. Per Liberaluna è stato il primo caso da seguire, la prima donna da sostenere, a cui dare speranza e forza per affrontare un lungo percorso verso la libertà. Oggi, dopo anni di momenti di sconforto e sfiducia è una di noi, protagonista di battaglie a sostegno di tutte quelle donne che subiscono violenza. La sua esperienza e sensibilità da un valore aggiunto all’equipe multidisciplinare, composta da avvocate, assistenti sociali e psicologhe.

Vi lasciamo alla lettura del suo racconto.

Spesso le persone che conoscono la mia storia e che hanno visto la mia sofferenza mi chiedono:”

“Come ti senti a far parte dell’equipe del Centro Liberaluna come volontaria?” “Che vuol dire per te aiutare le donne?”

La prima cosa che mi viene da direè che ho deciso di offrire parte del mio tempo, per combattere la violenza, esperienza che io ho vissuto per anni. Ho più di 60 anni e non credevo di poter offrire ad altre persone parte del mio tempo diventato prezioso per me e per chi lo trascorre con me.

È la prima volta che faccio parte di un gruppo ed è bello sapere che donne si sono unite portando avanti un obiettivo comune. Già il fatto di vivere questa esperienza di gruppo non mi fa sentire sola; finalmente mi sento utile e importante e lusingata di far parte di questo gruppo. Non credevo che una come me senza titoli di studio potesse affiancare tante professioniste.

Oltre ad essere volontaria da circa un anno affianco la psicologa nella conduzione del gruppo di empowerment e resilienza.

Non nego che quando sento parlare le donne mi tornano in mente alcune immagini del mio passato, ma sapere che anche io con quelle emozioni posso essere d’aiuto mi fa sentire meglio.

Quando mi hanno proposto di entrare a fare parte del gruppo da un punto di vista emotivo ho provato tanta gioia e ho avuto la consapevolezza che tutta quella sofferenza vissuta potesse finalmente essere d’aiuto a qualcuno; razionalmente ho pensato di potermi battere supportando le donne, con la speranza che promuovano delle leggi per tutelarle di più. Non basta ascoltare le donne, ma occorre che le istituzioni e i Centri Antiviolenza si “prendano cura di loro” non assistendole, ma mettendole nella condizione di potersi rialzare e sentirsi tutelate. È importante anche il luogo dove vengono accolte, per far sì che si sentano al sicuro.

Qualche mia amica poi è curiosa di sapere come mi sento quando partecipo al gruppo di empowerment delle donne. Io dico sempre. “Mi sento importante”

Per me ogni storia è l’esempio di come tante donne con forza e determinazione sono riuscite grazie anche al sostegno di altre donne a ricominciare a vivere. 

A volte sento il bisogno di proteggerle, soprattutto quando fanno scelte avventate e magari sembro quasi una “mamma”, ma poi mi rendo conto che il loro sentirsi autonome è proprio questo.

Poi altra curiosità delle persone riguarda le donne che sosteniamo mi vedono:

Io non riesco ad immaginare come le donne mi vedono e spesso mi dico: “Ma cosa posso fare per loro?”

A volte vorrei essere un esempio. Penso:” Ma queste donne hanno avuto la fortuna di capire prima di vivere con un uomo violento e hanno avuto il coraggio di dire basta, sono più giovani di me. Io ha aspettato ben 37 anni”

Mi capita anche di provare un sentimento di invidia come donna. Poi però mi sento fiera di loro e della loro forza e mi dico: “Negli ultimi anni si stanno dando tante possibilità e opportunità alle donne che continuano ad emanciparsi”

Io, come ho detto in tante interviste, sono stata la prima donna che si è rivolta a Liberaluna, quando in Molise ancora non esistevano Centri Antiviolenza quindi anche le donne che volevano denunciare avevano molta più paura non sapendo come sarebbero state aiutate.

Negli ultimi anni grazie alla tanta sensibilizzazione sono aumentate le donne che diventano esempio di coraggio affinché chi vive una vita di violenza decida di dire basta ed io mi sento una di quelle.

Amelia Boriati – Volontaria e socia A.P.S. Liberaluna Onlus

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