Per Di Giacomo (S.PP.) dopo il malore a causa dello sciopero della fame sono migliorate le condizioni di salute, l’impegno prosegue

Il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo – che a Pescara ha accusato un malore a
causa dello sciopero della fame iniziato il 2 aprile scorso – su richiesta dei medici che lo
hanno visitato ha interrotto lo sciopero della fame per scongiurare complicazioni alla salute.
Ne dà notizia il vice-segretario generale del S.PP. Gina Rescigno con rassicurazioni sulle sue
attuali condizioni.
Il segretario Di Giacomo ringrazia i numerosi colleghi e quanti gli hanno espresso vicinanza
e solidarietà. I messaggi che continuano a pervenirmi – dice – sono particolari e sentiti
attestati di stima e sostegno ad un’iniziativa di protesta ampiamente condivisa e mi
stimolano a proseguire l’impegno a tutela del personale penitenziario e sulle emergenze
delle carceri.
Purtroppo, l’ennesimo suicidio di un detenuto, di origini palestinesi, il 32esimo dall’inizio
dell’anno, avvenuto nella Casa circondariale di Como, riprova di come lo Stato non riesce a
garantire la vita delle persone che ha in custodia e dei suoi dipendenti.
È il caso di ricordare che il 21 settembre scorso l’uomo è riuscito ad evadere dalla camera
dell’ospedale cittadino dove era degente e nel tentativo di fermarlo, uno degli agenti
penitenziari che lo piantonava rimase gravemente ferito, picchiando la testa e restando in
coma per una decina di giorni. Il detenuto è stato poi rintracciato a Ginevra il 6 ottobre e
nuovamente arrestato per essere estradato in Italia e quindi rinchiuso nell’istituto penale di
Como.
Siamo di fronte al totale fallimento della gestione dell’Amministrazione Penitenziaria –
continua Di Giacomo – perché ai suicidi si aggiungono le continue aggressioni dei detenuti
ad appartenenti al Corpo mandati allo sbaraglio.
Come Sindacato di Polizia Penitenziaria – lo abbiamo dimostrato con l’incessante tour tra le
carceri e il mio sciopero della fame – siamo decisi a fare sempre di più nella protesta fino a
quando non saremo ascoltati da chi ha responsabilità istituzionali e di intervento.

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