Messaggio del sindaco Gravina in occasione del centenario del Campobasso Calcio

In cento anni si ha modo di essere tante cose diverse e il Campobasso Calcio ha rappresentato, in questo secolo di vita, più aspetti della nostra realtà sociale, non solo cittadina ma provinciale e regionale.

Dal campo in carbonella che molti di noi hanno visto e conosciuto solo tramite le immagini fotografiche, fino al prato di Selva Piana, la storia rossoblù ha calcato terreni di ogni genere portando con sé la passione di una comunità che si è vista con orgoglio rappresentata da questi colori in tutta Italia e in qualche occasione anche oltre confine.

La storia sportiva della nostra regione ha avuto con il Campobasso Calcio un’evidenza nazionale che ancora oggi appare tutt’altro che sbiadita. Certo sono cambiate le condizioni e le categorie, è mutato il contesto storico e sociale della nostra terra, si è modificato lo stesso mondo del calcio professionistico, ma l’essenza di una passione, il senso di appartenenza a quegli undici che la domenica indossano la casacca del Lupo non ha conosciuto declino.

Lo dimostra il fatto che nonostante le difficoltà societarie che hanno ingarbugliato la vita del Campobasso Calcio soprattutto negli ultimi vent’anni, i tifosi non hanno compiuto passi indietro, anzi, in più occasioni, hanno provato a farne qualcuno in avanti, animati dalla passione viscerale per la propria squadra.

A questo amore si devono pagine indimenticabili per la vita della nostra comunità, legate a doppio filo alla voglia di riscatto di una regione intera che si è sentita viva come non mai frequentando il calcio che conta, ma che è stata capace, allo stesso modo, di stringere i denti quando si è ritrovata a sospingere il Campobasso lontano dalle ceneri nelle quali è più volte caduto.

Dopo cento anni insieme Campobasso e il Campobasso hanno ancora molto da dirsi.

I risultati e le classifiche fanno parte delle statistiche, sono materia narrante che racconta vittorie e sconfitte e tengono viva nella nostra memoria i volti e i nomi di coloro che hanno indossato la casacca rossoblù.

Alcuni di loro se la sono cucita sulla pelle e ancora oggi si aspettano, da chi ha preso il loro posto, la stessa determinazione, la stessa cocciuta volontà di capovolgere i risultati che appaiono già acquisiti, quelli, per intenderci, dove il Campobasso veniva dato per sconfitto.

Eppure non uscimmo sconfitti da San Siro, non uscimmo sconfitti dall’Olimpico e inaugurammo il Selva Piana con una vittoria contro la Juve.

Sovvertimmo i pronostici in quelle occasioni come in altre. Accadde perché noi eravamo più di undici a scendere in campo contro i nostri avversari.

L’augurio che oggi festeggiando questa data storica per il Campobasso Calcio possiamo farci tutti, partendo dalla società, ai tifosi e arrivando ai dirigenti, agli amministratori ed agli atleti è di essere in grado di creare quella stessa forza di allora, una forza che nasce dall’unità, dalla coesione e dalla passione per quei colori, per ciò che rappresentano e che sono certo rappresenteranno per altri cent’anni e anche più.

Forza Lupi.

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