Lettere in redazione/ L’Università: quale volano per la regione?

Riceviamo e pubblichiamo
“Caro direttore,
In questo mondo infestato dal “politically correct” preferisco andare in controtendenza ed essere “incorrect”, dove per incorrect è da intendersi chi dice le cose per come stanno (e allora dove starebbe la scorrettezza?).
L’Università degli Studi del Molise è ormai un faro culturale della regione da vari decenni e nel tempo ha visto la presenza di un numero sempre maggiore di studenti e corsi di laurea. Poi guardo all’ultimo censimento: il Molise ha perso circa ventimila abitanti rispetto a quello precedente. Lei mi chiederà: che nesso c’è? Un’università deve essere quel volano economico e non solo culturale per il territorio che la ospita, che così potrà vedere la permanenza di professionisti che rendono sempre più progredito -e quindi appetibile- il contesto circostante. Essere appetibili significa attrarre persone, non lasciarle andare. Bisogna, invece, constatare che di fughe bisogna parlare quando ci si riferisce alla popolazione molisana. Non le sembra una contraddizione che, a fronte di un numero sempre crescente di corsi di laurea, i giovani non si sentano attratti dal rimanere in regione dopo il loro cursus accademico? C’è un appiglio concreto fra i vari corsi e le specificità del territorio? In diversi casi, dispiace dirlo, no. Pensiamo a Giurisprudenza ed al blocco scientifico e di Scienze della Formazione, per esempio.
La regione è piccola e questa è la sua natura, nessuno la può cambiare: ciò non significa che da piccola debba passare ad essere spopolata! E allora come fare? A mio modesto avviso, potenziando quelle facoltà che possono sicuramente fare presa sul territorio: penso ad Agraria (che dovrebbe intessere un rapporto decisamente più stretto con l’omonima scuola superiore ed avere interscambi con analoghe facoltà italiane) ed a Lingue, indispensabili per l’internazionalizzazione delle imprese e per l’uscita dall’anonimato nel panorama mondiale.
Utilizzare l’Università come semplice trampolino di lancio per poi scegliere altri litorali è un peccato ed uno spreco immane per la regione, che continua ad accogliere studenti i quali, al termine degli studi, non la ripagano del suo amore.
Invertire la rotta significa ripensare i vari corsi di studi, non incaponirsi sulla loro molteplicità, ma essere con i piedi ben piantati per terra: quelli di chi questa regione non vuole vederla scomparire.
Mi auguro che il Molise intero rifletta su questo assunto, spesso e volutamente tenuto ai margini delle discussioni.
Con i miei migliori saluti”.
Marcello Cerea

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