Giro di boa per Re_Vive/02, la rassegna di riqualificazione urbana organizzata dalla Fondazione Architetti della Provincia di Campobasso, con il patrocinio del Comune del capoluogo regionale e in collaborazione con l’Ordine degli Architetti della Provincia di Campobasso.
Stavolta – mercoledì 7 giugno alle 18 – sarà una donna a tenere banco nell’ampio spazio del mercato coperto di Campobasso. E’ Laura Andreini, affermata professionista dello studio Archea. Anche la sua relazione ruoterà intorno al tema della “città produttiva”, il cardine su cui incentrare la riflessione degli architetti molisani che, come nei primi due appuntamenti, riempiranno la struttura di via Monforte.
Re_Vive/02 è una stimolante incursione nella Biennale dello Spazio Pubblico, che fornisce un motivo di discussione sulla città di Campobasso che, ricordiamo, ha intrapreso un percorso di ‘rigenerazione urbana’ rispondendo al bando “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane, dei comuni capoluogo di provincia e della città di Aosta”. Il finanziamento ottenuto sarà investito in una serie coordinata di interventi sulla città tra i quali spicca il recupero del mercato coperto di via Monforte, che è appunto sede degli approfondimenti di Re_Vive/02.
Gli incontri, cui finora hanno partecipato gli architetti Vincenzo Corvino e Alessandro Corradini, sono stati assai seguiti dagli addetti ai lavori molisani. E anche da altri esperti del settore. Sempre presente l’assessore all’Urbanistica del Comune di Campobasso, Bibiana Chierchia.
Ad aprire i lavori mercoledì 7 giugno dalle 18 il Presidente della Fondazione Architetti della Provincia di Campobasso, Giancarlo Manzo, accompagnato da Guido Puchetti, Presidente provinciale dell’Ordine. Subito dopo una beve presentazione, la parola passerà a Laura Andreini che porterà il suo contributo alla discussione sulla base di diverse esperienze professionali nel recupero e nella progettazione di importanti strutture aggregative, con uno sguardo supplementare all’Europa, riflesso di un altro recente intervento. Un’ospite di qualità che offrirà vari spunti, tra gli altri l’attività editoriale svolta come vice direttore di una delle riviste d’architettura più note a livello internazionale, Area, e collaboratrice in numerose altri prodotti dell’editoria di settore.
Di seguito le note biografiche dell’architetto e i progetti ‘esportati’ per l’occasione a Campobasso.
STUDIO ARCHEA arch. LAURA ANDREINI
Cofondatrice dello studio Archea nel 1988 insieme con Marco Casamonti e Giovanni Polazzi. Professore associato di Composizione architettonica e urbana presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, dove si laurea in Architettura nel 1990 e consegue il titolo di dottore di ricerca nel 1997. All’attività come progettista e all’attività didattica associa negli anni un intenso lavoro di approfondimento e riflessione critica nell’ambito della progettazione architettonica e sui temi dell’architettura, partecipando a comitati editoriali di riviste e collane editoriali, pubblicando saggi e scritti e partecipando in qualità di relatrice a numerosi convegni e simposi internazionali. Dopo una collaborazione come redattrice, avviata nel 1997, dal 2003 ricopre la carica di vicedirettore di “Area”, rivista internazionale di architettura e arti del progetto”, edita attualmente dal gruppo Tecniche Nuove di Milano. Dal 2002 collabora in modo attivo con la rivista “d’Architettura”, apportando un contributo teorico sul tema dell’architettura contemporanea in Italia, e nel 2005 entra a far parte del comitato di redazione della testata edita prima da Motta Architettura e ora da Sole 24 Ore Business Media. Nel 2011 la casa editrice Forma le affida l’ideazione e la direzione della collana “ONE” dedicata all’architettura italiana contemporanea. Dal gennaio 2012 ricopre il ruolo di Direttore editoriale della stessa casa editrice ed è curatrice della collana “On the road”.
Insieme allo studio Archea Associati svolge attività progettuale e di ricerca in ambito architettonico e nell’industrial design, collaborando con alcune tra le principali aziende produttrici di componenti per l’architettura e utilizzando l’ambito professionale come campo di verifica delle posizioni assunte nei confronti della cultura architettonica contemporanea.
Gli interessi e le attività di ricerca dello studio muovono dal paesaggio alla città, dall’edificio al design e, pur essendo incentrati sull’architettura, i progetti spaziano dalla grafica all’editoria, dalle mostre agli eventi. La complementarità e il passaggio di scala che muove dalla critica al cantiere consente un’operatività integrata capace di intervenire nelle diverse forme compositive del progetto.
Tra i progetti più significativi è possibile annoverare: la Biblioteca comunale di Nembro (Bergamo) 2007; l’UBPA B3-2 Pavilion World Expo 2010 e il GEL, Green Energy Laboratory di Shanghai nel 2010; l’ampliamento e riqualificazione della sede Perfetti Van Melle di Lainate nei pressi di Milano nel 2011; la nuova Cantina Antinori nel Chianti Classico a San Casciano Val di Pesa, Firenze, nel 2013; il Yanqing Grape Expo di Pechino nel 2014; il Li Ling World Ceramic Art City in Cina nel 2015; il complesso residenziale Colle Loreto a Lugano; la facciata del nuovo Stadio di Udine nel 2016. Sono attualmente in costruzione la Torre commerciale e residenziale Forevergreen a Tirana, Albania, la Changri-La Winery a Penglai (Cina), e il recupero e trasformazione dell’Ex Magazzino Vini in Centro Polifunzionale a Trieste.
Dal 2006, con lo studio partecipa a concorsi e consultazioni nazionali e internazionali di architettura. Archea risulta vincitore, tra gli altri, del concorso per l’Edificio Uffici Pirelli ex Ansaldo nel 2005; del concorso per il Museo Archeologico sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria nel 2006; del concorso ad inviti per la realizzazione di una torre alta oltre 90 metri nel centro di Tirana, attualmente in fase di costruzione; e, ex aequo, del concorso per l’aeroporto di Xiangyang in Cina nel 2013. Numerosi sono stati negli anni i riconoscimenti internazionali ricevuti dallo studio, tra i quali si citano il premio AIT Awards 2012 per la sede della Perfetti Van Melle e il premio ArchDaily Building Award 2014 per la Cantina Antinori. Nel 2015, il progetto per la Cappella della Misericordia di Terranuova Bracciolini riceve il primo premio del concorso “La Ceramica e il Progetto” promosso da Ceramic of Italy di Confindustria Ceramica e nello stesso anno il progetto per la Cantina Antinori è stato finalista del Premio Mies Van Der Rohe della Comunità Europea.
La maggior parte delle opere architettoniche vengono pubblicate a livello internazionale su importanti libri e riviste e vengono selezionate per importanti rassegne e mostre di architettura.
PROGETTI PRESENTATI
MERCATO SAN LORENZO
Firenze – Italia / 2014
Il progetto di riqualificazione del mercato di San Lorenzo si è posto l’obiettivo di creare una nuova piazza urbana coperta mettendo l’accento sulla necessità di dotare il centro della città di un nuovo luogo d’incontro contemporaneo. Non sono occorsi radicali interventi di adeguamento normativo e tecnico: i precedenti datavano 2008 e avevano lasciato a disposizione al primo piano del Mercato Centrale uno spazio vuoto e utilizzabile, privo tuttavia di quel fascino e quella domesticità – senso di accoglienza – tipica delle piazze cittadine. Si è dunque pensato più che a trasformazioni invasive ad integrazioni di botteghe, attraverso l’utilizzo di strutture leggere e smontabili, concepite in modo da trasformare lo spazio preesistente in un teatro del gusto. Basata sul binomio “cibo-cultura”, l’architettura al primo piano scaturisce da un principio ideativo: riqualificare uno dei mercati storici più belli d’Italia introducendo sistemi d’uso contemporaneo volti a cogliere le esigenze di un pubblico sempre più variegato e colto. Non si tratta tuttavia di un lavoro confinabile nell’alveo dell’interior design, piuttosto di un’architettura protetta concepita a scala urbana dove la leggerezza e la luminosità della meravigliosa carpenteria in ferro e ghisa dell’opera ottocentesca è stata sottolineata attraverso l’uso di materiali semplici e naturali (legno, stuoie, corde, terre cotte, cementi pigmentati) e arredi flessibili, mobili, oltre ad una serie di grandi lampade in vimini e giunco che riempiono discretamente l’enorme invaso del mercato. L’assieme architettonico valorizza la vocazione artigianale delle botteghe, disposte, come lungo una strada o una piazza, secondo una sequenza ordinata che realizza un sistema espositivo “aperto” in grado di consentire la piena visibilità dei laboratori di lavorazione e la godibilità da parte del pubblico dell’attività manuale connessa con la preparazione dei cibi. Tutti gli spazi delle botteghe, sia di preparazione sia di somministrazione e vendita, così come le aree destinate ai servizi, sono pensate per restituire, seppur ognuna con le sue specifiche caratteristiche funzionali, un’immagine unitaria e gioiosa di mercato. Il primo piano del Mercato Centrale realizza a Firenze una nuova tappa di un itinerario europeo dei mercati storici ed enogastronomici all’interno di una architettura che coniuga, con una consapevolezza tutta rinascimentale, modernità e tradizione. Si tratta di un’opera dove lo spirito del passato liberato dall’inutile senso di nostalgia e da una dannosa rendita di posizione diviene attuale e disponibile per la città. Una città dove l’architettura, assieme
alla sua storia e ai suoi valori, vuole continuare ad essere protagonista.
RECUPERO DELL’EX MAGAZZINO VINI
Trieste – Italia / 2012-2017
L’intervento riguarda il recupero e la trasformazione dell’ottocentesco volume dell’ex Magazzino Vini posto sul lungomare di Trieste. Il progetto non modifica il volume originario ma lo occupa scavando al suo interno un ulteriore edificio etereo e traslucido completamente indipendente, organizzato dimensionalmente sulla metrica del partito murario scandito dalla facciata originaria. Lo stacco fisico tra il nuovo “manufatto” e il paramento storico consente di realizzare uno spazio posto tra interno ed esterno di grande suggestione, interamente rivestito in pietra d’Istria. Il vetro che chiude l’involucro interno riflette i contorni delle mura del magazzino e delle sue aperture permettendo di rendere visibili le attività che vi si svolgeranno all’interno.
Il nuovo volume si sviluppa su quattro livelli: il piano più basso, completamente interrato, è adibito a parcheggio; quello soprastante, a una quota inferiore rispetto al livello della città, risulta illuminato dallo spazio creato tra l’involucro originario e quello nuovo; il piano terra, rialzato di 80 cm dalla strada, ripropone l’antica quota di sicurezza rispetto al livello massimo della marea; il nuovo piano soppalco, pur superando l’altezza di imposta dei muri perimetrali, raggiunge la medesima quota del colmo dell’originario tetto a falde andato distrutto.
CANTINA ANTINORI
Bargino, San Casciano Val di Pesa, Firenze – Italia / 2004-2013
L’area di intervento si inserisce nello straordinario contesto vinicolo-collinare del Chianti, a metà strada tra Firenze e Siena. Una committenza colta e illuminata ha richiesto ad Archea Associati, attraverso l’architettura, la valorizzazione del paesaggio e del territorio circostante quale espressione della valenza culturale e sociale dei luoghi di produzione del vino. Il programma funzionale è pertanto totalmente integrato all’interno di un percorso progettuale incentrato sulla sperimentazione geo-morfologica di un manufatto industriale concepito come l’espressione più autentica di una voluta simbiosi tra cultura antropica, l’opera dell’uomo, il suo ambiente di lavoro e l’ambiente naturale. La costruzione fisica e concettuale della cantina è incentrata sul legame profondo e radicato con la terra, una relazione tanto esasperata e sofferta (anche in termini di investimento economico) da condurre l’immagine architettonica a nascondersi e con-fondersi in essa. Conseguentemente il progetto integra il costruito al paesaggio agreste dove il complesso industriale è dissimulato attraverso la realizzazione di una copertura che definisce l’invenzione di un nuovo piano di campagna coltivato a vigneto e disegnato, lungo le curve di livello, da due tagli orizzontali che permettono l’ingresso della luce e l’inquadratura del paesaggio attraverso la definizione di un diorama che lo rappresenta e lo descrive.