Esiste ancora la politica?

di Massimo Dalla Torre

Questa mattina vorremo soffermarci su come l’attuale politica somiglia sempre di più a una “soap-opera”. Una di quelle fiction che quotidianamente vanno in onda sulle televisioni di tutto il mondo. Una”soap-opera” la cui partitura scritta a più mani è male interpretata. Una soap-opera in cui gli attori recitano, almeno nel nostro piccolo mondo arcaico, a soggetto, in maniera approssimativa e senza copione. Una soap-opera regno dei dilettanti allo sbaraglio, come li avrebbe senza definiti senza termini il compianto Corrado Mantoni, mattatore di tante trasmissioni televisive.

Dilettanti che si esibiscono su di un palcoscenico spoglio, senza quinte e senza luci, perché se ci fosse, la luce metterebbe in mostra la pochezza dei contenuti. Dilettanti che, non potendo approdare “nei teatri” quelli seri, ingaggiano impresari compiacenti pronti a tutto pur di fare, “odience”. Dilettanti che continuano imperterriti a dare voce a una recitazione stonata e senza senso. La quale, allo stato in cui siamo arrivati, nonostante i mesi scorsi si è brindato alla liberazione, cosa di dubbio gusto, giacché chi l’ha fatto prima ha raccolto a piene mani, ci fa rimpiangere il vecchio confronto politico di una volta. Un confronto in cui la politica quella con la “P” maiuscola dava lezioni di civismo, anche se alcune volte i confronti apparivano aspri.

Un dibattito che permetteva di sviscerare i problemi seri, non quelli che ci sono proposti ora. Problemi che più delle volte accendevano tra le varie “anime” vere e proprie dispute che duravano giorni, ore. Problemi che, nonostante si rimanesse sulle proprie posizioni, vedevano una soluzione, ecco il perché di questo scritto. Un intervento dettato dalla necessità di stimolare lo spirito combattivo che alberga soprattutto nel cittadino che, dovrebbe parteciparvi un poco di più e non nascondere come gli struzzi, la testa sotto la sabbia. Uno spirito, che non sottaccia a lungo alle “azioni” o non azioni, seconda come la si legge, che si mettono in atto quotidianamente e che spersonalizzano la “POLITICA” Uno spirito che, se sollecitato, possa far sentire la propria voce, la presenza con una variante: seguire gli insegnamenti di quello che il “precedente” ci ha lasciato, nonostante lo si rinneghi. Un esistente che, se esaminato nella giusta ottica, permette di dire: cosa accade? Perché questo immobilismo? Perché tanta connivenza?

Domande che, aspettano risposte e non vagheggiamenti mal celati da continui confronti più delle volte sterili. Vedete, nella battaglia del quotidiano, è molto difficile far capire che quello che accade è dettato unicamente dallo spirito di rivalsa, ripicca, astio anche personale. Sentimenti, se di sentimenti si può parlare, che danneggiano solo ed unicamente la collettività e non chi è dentro il “cosiddetto cerchio magico”, che di magico ha poco anzi nulla. Collettività che da alcuni segnali di scontento, leggasi riflessioni di chi ha contribuito alla vittoria dell’attuale parte politica che governa il Molise, ha aperto gli occhi perché deluso, e sicuramente non perderà tempo a chiedere la ragione di tutto questo.

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