Elezioni: lo spettro si avvicina

di Massimo Dalla Torre

“Gli esami non finiscono mai”, questo è il titolo di una commedia del grande Eduardo De Filippo che si potrebbe adattare alla prova che dovranno riaffrontare se ricandidati o affrontare se candidati per la prima volta chi vuole aspirare alla carica di onorevole o senatore, visto che lo spettro delle elezioni, se non si arriva alla ricomposizione dell’esecutivo nazionale, è alle porte.

Una competizione che farà scattare il semaforo verde all’indirizzo dei palazzi del potere politico, che vedrà i molisani scegliere chi dovrà portare in porto questa nave senza nocchiere con un equipaggio che, con l’arte marinara ha pochissima dimestichezza. Una scelta non facile da fare specialmente se si pensa che l’attuale legislatura ha messo in evidenza come è difficile governare, causa gli arrivismi ma soprattutto l’impreparazione totale di chi ci governa che, se ne frega letteralmente delle sorti del Paese, dilaniato dal COVID 19. Dicevamo, una scelta ardua, difficile, almeno che non ci sia una rivoluzione che cambi le carte in tavola.

La quale, sicuramente metterà in imbarazzo gli elettori e, non perché indecisi su chi dare la preferenza, ma se veramente vale la pena rimettere su i rottami di questo carro dei Tespi. Un carro sul cui “chassis” sono stati montati spettacoli di indubbio gusto, leggasi sceneggiate da parte di Italia Viva che, con il 2% sta condizionando la vita della Nazione. Una scelta enigmatica perché chi si candiderà spesso e volentieri cambia faccia ed atteggiamenti una volta approdati sugli scranni del potere, ma questo è un altro discorso. Il quale induce ad aprire il capitolo dedicato agli schieramenti che si daranno battaglia.

Compagini che, come le scuderie del grande circo della formula uno, si stanno preparando da tempo per mettere in pista “bolidi” e piloti” in modo da guadagnarsi la fatidica pool-position pur arrivare primi alla competizione. Ecco il perché gli aspiranti candidati inizieranno una specie di danza, una salsa, un mix di cose pur di accattivarsi le simpatie degli elettori che sono sempre più confusi, sempre più disorientati, causa il dedalo di regole che, sotto l’egida delle formule matematiche, disorienta e crea confusione all’interno degli stessi schieramenti politici, specialmente quando non si vedono soddisfatte certe richieste in nome di un ideale; quali saranno poi questi ideali? Lo si deve ancora capire.

Lasciando da parte le elucubrazioni mentali che creano sconcerto da destra e sinistra o viceversa a seconda le proprie ideologie soprattutto i “soliti noti” si apprestano a scendere nell’arena per ricevere la fiducia da chi molto probabilmente di fiducia non ne ha più. Un esercito di candidati che inizierà a lanciare i messaggi stile USA. Nomi che ci faranno compagnia nelle varie edizioni dei vari telegiornali, nel corso delle trasmissioni elettorali, oppure quando aprendo il giornale, con l’affabilità e il sorriso d’uopo in questi casi, ci permetteranno di affrontare la giornata nel modo più positivo, dando in questo modo avvio al circo mediatico di cui la politica si serve e si nutre.

Un circo dove le acrobazie non mancano e dove le attrazioni mettono in evidenza il trasformismo di cui si deve essere in possesso se si vuol accedere al parterre di quelli che forse contano. Un parterre che affascina, ammalia, attrae in nome del lato oscuro del potere che, inequivocabilmente porta a disattendere la maggior parte delle volte, questo è la cosa deleteria della questione. Tuttavia prima di apporre la firma a questo articolo consentiteci di porre a chi si appresterà a scendere in campo una serie di domande. Siete veramente sicuri di poterci rappresentare? Siete sicuri di dare corpo alle nostre esigenze? Siete sicuri di assurgere al ruolo di paladino in nome di un’idea? Siete sicuri di portare avanti il mandato che vi sarà affidato? Aspettiamo risposte.

Le quali, diano speranze e non un qualcosa che confonda ancora di più le menti. Risposte chiare, precise, perché i cittadini sono stanchi di assistere in qualità di spettatori inermi all’eterno gioco delle parti, dove la maggior parte delle volte il copione è gia scritto, per giunta con la regia fuori dai confini nazionali. Un copione che invece dovrebbe essere approvato e scritto dall’elettore, magari non nel silenzio della cabina elettorale dove i dubbi, le perplessità e i timori lasciano spazio unicamente alle certezze di cui visto i tempi che corrono, si ha sempre più bisogno.

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