#corpedelascunzulatavecchia/Iorio, Tedeschi, Bersani e Casacalenda

Bel titolo mi sono scelto per questo scritto, mai articolo. Ovviamente questa “riflessione” sulle elezioni è solo mia, non condividetela se non volete essere tacciati di qualsiasi cosa brutta. Dalla peste bubbonica al morbillo asiatico, dalle unghia incarnite ai tappi di cerume.

Il candidato della seconda destra ad Isernia, così come la seconda scelta delle ceramiche, oddio m’è scappato un paragone edilizio, ma non l’ho fatto apposta, dicevo il candidato sella seconda destra in un’intervista a caldo subito dopo gli scrutini, ha dovuto constatare che gli isernini non hanno creduto al miliardo e mezzo di euro (che detto in numeri fa: 1.500.000.000, e non lo scrivete a penna se di penne non ne avete almeno due) gli isernini, dicevo non ci hanno creduto ed hanno votato per Piero Castrataro. Per Melogni “no”, era scontato che una grossa fetta avrebbe votato per Melogni ed il motivo lo ha “trovato” proprio Tedeschi nella sua intervista.

Ha asserito, Tedeschi, che gli isernini si sono lasciati affascinare, ma forse ammaliare, dalle pressioni dei consiglieri regionali che sono scesi pesantemente in campo ad Isernia. Lui che non aveva dalla sua consiglieri regionali che si spendevano e promettevano per lui “mare e monti”, come il risotto funghi e calamari, ha subito la sconfitta elettorale che tutti abbiamo visto.

Quindi, per capirci, per capirci io, non per capirci noi tutti, la politica secondo una parte delle “teste pensanti” ad Isernia si fa promettendo alle persone questo o quell’intervento per migliorare la qualità della vita della popolazione.

Ma solo ad Isernia? A questa domanda non so rispondere, anzi lo so, e chiedo l’aiuto da casa. L’aiuto mi è giunto e quindi dico: non solo ad Isernia!

Piero Castrataro deve essere un marziano essendosi candidato con il centrosinistra in una regione governata dal centrodestra e con una pattuglia parlamentare (una volta) eletta con i cinque stelle ma che al momento, la pattuglia, sembra non dia molti segni di vita se non qualche sporadico comunicato spesso sui massimi sistemi. Spero che non arrivino a parlamentare, visto che sono in Parlamento, della stagione delle migrazioni delle alci.

Se così è la politica, bene hanno fatto gli isernini, ma anche i casacalendesi, a non fidarsi del tutto di (almeno) una parte del centrodestra che sta governando questa Regione. Se dobbiamo fare politica promettendo un “posto alle poste” come nella più classica letteratura della politica dorotea, non credo si abbia la possibilità di andare da nessuna parte.

Breve “rammento” sulle motivazioni delle elezioni a Casacalenda dove ha (ri)stravinto Sabrina Lallitto. La SindaKa Lallitto era stata defenestrata da dimissioni a catena di consiglieri comunali, compreso qualcuno della sua maggioranza. L’obiettivo era conquistare il comune con un sindaco di centrodestra per prepararsi per le elezioni regionali del 2023. Ebbene, come dicono quelli che hanno studiato molto e bene, il
gioco non è riuscito. I casacalendesi si sono raccolti intorno alla SindaKa defenestrata riportandola in municipio con sommi voti e sommo piacere. Complimenti a loro e spero che nemmeno gli isernini al ballottaggio ascoltino le “sirene” di contributi e promesse elettorali.

Ancora parliamo di “politica di prossimità” , quella politica che incontro alle esigenze delle persone per creare un substrato elettorale per le prossime lezioni. Quella politica fatta di “rappezzi” alle buche sotto casa di zio Nicola o l’asfaltare la strada in campagna dove abita il cugino del mio vicino di casa. Quella politica fatta di sotterfugi e di raccomandazioni, quella politica dove i curriculum servono solo per leggere il nome del candidato, insieme alla data di nascita …. avessima fa po’ pigliame ‘nu cristiane pe n aute!!

Questi signori cari è la politica che vogliono le persone che stanno governando questa regione. Ordunque abbiamo, ho, parlato, scritto, di Isernia, Tedeschi, Casacalenda, facendo la spunta manca di parlare di Iorio e Bersani. Non mi “ho scordato”, devo solo trovare il filo. Ah, ecco: Bersani ha annunciato che alla fine di questa legislatura (2023) finirà con la politica. Ha dichiarato che “cinquantasei anni dedicati alla politica attiva possono bastare”, ha sostenuto che continuerà a fare politica, a fare politica tra la gente come sta facendo da cinquantasei anni. Vivrà stabilmente a Bettola, il suo paese di origine dove torna quando non ha impegni romani.

Bersani non ha mai comprato casa a Roma, ha sempre vissuto tra Roma e Bettola. A Roma per i suoi impegni parlamentari, a Bettola (povero paese con questo nome) per continuare ad avere contatto con gli amici, ma con la realtà della gente comune e normale che è costretta a vivere di stipendio, di salario o di pensione. Quella gente che vota e subisce sulla propria pelle le scelte della politica e dei governanti. Quindi alla fine di questa legislatura Pierluigi Bersani, che ha compiuto settanta anni il 29 settembre, ah, lo stesso giorno di nascita del Silvio nazionale, andrà in pensione a Bettola.

Io ho un mio sogno segreto, una mia speranza: Bersani non in pensione ma al Quirinale.
È un mio sogno e spero ci sia qualcuno che la pensi come me. Questa seconda possibilità, il Quirinale, la vedo dura soprattutto in considerazione che un romano settantaquattrenne appassionato di vela e “capitano” dei 101 che trombarono Romano Prodi (Massimo D’Alema per chi non avesse memoria lunga) possa mettere nel proprio “carniere” anche
Bersani dopo Prodi. Quindi Bersani per sua dichiarazione a settanta anni suonati chiude con la politica attiva, con quella che ti fornisce 15.000 euro mese.

Oh. Del titolo resta Michele Iorio. Non ho detto niente? Tranquilli tempo ne abbiamo. Dopo la (dis)armata che ha confezionato per le comunali di Isernia, progetta di candidarsi (sue dichiarazioni in un’intervista per le comunali di Isernia) alle regionali del 2023 quando di anni di anni ne avrà 75. D’altra parte ha ragione. Se Silvio Berlusconi ad 85 anni spera di fare il Presidente della Repubblica con un mandato che scadrebbe a 92 anni, lui (Iorio) perché non può candidarsi alla presidenza della Giunta Regionale o, magari, in Parlamento?
Questi sono i presupposti, ne vedremo delle belle. Ma sempre sulla nostra pelle.
Certamente non calmo, ma sempre quantomeno irritato vi saluto con affetto e stima.

Statevi arrivederci
Franco di Biase

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