#corpedelascunzulatavecchia/…in maniera del tutto riservata … ma anche Castelvetrano e Parlamento europeo

È di questi giorni la “scoperta” di un consigliere regionale che invia messaggi ai suoi amici, intesi come persone che conosce, per informare che ci sarebbe la possibilità di effettuare il servizio civile, servizio comparso, credo nel panorama italiano, all’indomani della scomparsa del servizio militare … più o meno. Le prestazioni richieste dai progetti di servizio civile possono, ad esempio, consistere in: attività di assistenza ad anziani, minori, immigrati, disabili e malati; attività di cura, riabilitazione e reinserimento sociale; attività di protezione civile, difesa ecologica e salvaguardia del patrimonio ambientale. La cosa “bella” è che da otto a dodici mesi il soggetto (il giovane dai 24 ai 28 anni) che svolge il servizio civile percepisce circa 443 € mese che, onestamente, per un giovane potrebbero anche non essere cosa sbagliata …. statte senza fa niente … io non so se chi sceglie di svolgere il servizio civile è cosciente del fatto che non potrà avere nessuna possibilità di rimanere a lavorare all’interno dell’Ente che lo ospita per il servizio civile perché tra di noi italianisti è in voga sempre il ricordo della legge 285 degli anni settanta quando gli enti assumevano i giovani e questi, i giovani, restavano a vita a lavorare nell’ente. Quei giovani della 285 in questi anni stanno andando in pensione.

Ma andiamo avanti. È cosa meritoria, assai, se qualcuno informa i giovani delle opportunità che si hanno, anche nel caso del servizio civile che, bene ricordarlo, è gestito dallo Stato e vi si partecipa su libera domanda. Sicuramente potrebbe essere un momento di crescita per i giovani che lo svolgono. Meno bello è quando la comunicazione, come nel caso del consigliere regionale del Molise viene fatta passare come una “comunicazione in via riservata” che, se vogliamo, sarebbe come se in “via riservata” mi si dicesse che se non metto il carburante all’auto questa non cammina. Ma io dove lo trovo un distributore in “Via Riservata”? Forse a Castelvetrano dove, sembra, ci siano persone che tranquillamente passeggiano per strada, tranquillamente spendono settecento euro per una cena al ristorante ma nessuno vede o nessuno si accorge di niente. “io non c’ero, e se ci fossi stato dormivo”, ma viviamo, si spera in altro mondo. A pensarci bene: viviamo veramente in altro mondo? A Castelvetrano, si “vocifica” che la primula rossa di tutta Italia usasse anche i cellulari per comunicare, quindi una variazione sul tema per le comunicazioni intercorse, da che mondo è mondo, tra i mafiosi. Usare la tecnologia è cosa buona e giusta e lo dovrebbe essere anche per quelli che devono controllarci, per coloro che devono indagare sui fatti di mafia, di stragi, di corruzione ecc. Quindi un pensiero sorge spontaneo: perché ci sono persone che non vogliono le intercettazioni? Cosa hanno da temere? Perché non vogliono essere ascoltati?

In Belgio la vice presidente del parlamento europeo è finita in carcere per corruzione, in Italia un parlamentare non può essere intercettato se la giunta della sua camera di riferimento non concede l’autorizzazione … c’è da pensare. In Italia ci si arrovella le meningi sul fatto che i benzinai debbano esporre il cartello con il prezzo medio ponderato dei carburanti, come se la colpa dei carburanti a due euro fosse dei benzinai. Nel ritornare al nostro povero Molise o Molisello, un vezzeggiativo potrebbe dare maggiore spinta alla nostra beneamata, da noi cittadini, ma non sempre dai nostri amministratori/governanti, regione, a me sembra che i molisani per indolenza o per faciloneria, ma forse anche per pigrizia, vanno a credere ad un consigliere regionale che manda messaggi “urbi et orbi” sulla formazione e sull’informazione dei propri figli. Mi dispiace veramente, mi dispiace assai. A Castelvetrano nessuno ha visto o sentito niente probabilmente anche per paura e la paura fa novanta che guarda caso è l’ultimo numero della cabala, dopo non c’è più niente. Dopo c’è il nulla assoluto, l’ultimo numero quando tutto è finito. In Molise non stiamo a questo livello, leggiamo ogni tanto qualcosa e cerchiamo di non credere alla befana, almeno dopo aver compiuto i dieci anni.

Detto tutto questo non mi resta altro da fare, sempre con affetto e stima, ma senza nessuna “via riservata” di salutarvi cordialmente e quindi: statevi arrivederci calorosamente e senza alcuna riservatezza, ma con il massimo della trasparenza.

Franco di Biase

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