#corpedelascunzulatavecchia/ …i resti di quello che fu….

Il titolo di questo scritto (io scrivo solo, non scrivo articoli) lo troverete alla fine, per chi avrà la compiacenza di arrivarci.

Oggi parleremo di politica regionale del Molise, viste che cose ne sono successe di cose e che dibattito si sta aprendo. In verità il dibattito si è già aperto con la proposta avanzata da due dei possibili candidati presidenti nel 2023. Partendo dal vecchio adagio popolare molisano: “..se n’n m’avanta tata (era il padre), m’avanta mamma, se n’ m’avanta mamma, m’avante ji” lo traduco per i giovani cresciuti a pane e creme
spalmabili invece di prosciutto e salsiccia sotto sugna: “… se non mi vanta mio padre, mi vanterà mia madre, non dovesse farlo nemmeno lei, mi vanterò da solo” ed è quello che hanno fatto Toma e Greco che si sono (auto)candidati alla guida della coalizione cui faranno, vorranno, potranno, dovranno far parte per le elezioni del 2023.

Una cosa che salta subito agli occhi, come un gatto arrabbiato ed impaurito, è che nessuno dei due abbia mai parlato di programmi da realizzare, si sono solo proposti. Si sono proposti andando contro tutte quelle che sono le convenzioni della politica vecchia e nuova: di solito si fanno prima i nomi dei candidati che si vogliono trombare. Ovviamente nessuno dei due (auto)proposti mira ad essere impallinato in fase di
candidatura, ma questo loro lo sanno, come pure chi non si è preposto/proposto, non lo ha fatto perché in normalmente quando si fanno i nomi si fanno per essere bruciati.

Gli altri possibili candidati sperano di bruciare il concorrente, la concorrente, su una pira cineraria di induista provenienza nei termini della politica e cioè una “ventana” di giorni prima della presentazione delle candidature. Oh, adesso a margine di questo c’è da evidenziare il mormorio delle possibili quaglie che si apprestano a passare da destra a sinistra, in vista delle elezioni dl 2023. In questo momento è importante capire se” che la “capo area” del Molise di Forza Italia (sappiamo tutti che nelle aziende i capo area li nomina l’amministratore delegato) abbia ancora a cuore le sorti di Toma a livello politico, o se lo sta sostenendo per spirito di squadra (spirito aziendale).

Ma questo sarà il tempo a dircelo. Intanto quelli che stanno riscaldando i motori in fase di decollo sono i trampolieri della politica, le quaglie salta fossi che si stanno preparando per passare da destra a sinistra avendo capito che Toma oramai sembra sia stato scaricato dal mondo (politico di centrodestra) intero e quindi “devono” candidarsi a sinistra per essere rieletti. Insomma un poco come quando un povero uomo, ma anche donna, in seguito alla perdita di lavoro, decide di fare di tutto per portare il pane a casa: LOTTA TOSTA PE LA ‘MBOSTA.

Quello che invece dobbiamo sapere subito è come si pone la Regione Molise, come Ente politico, non geografico, di fronte alle dichiarazioni della Corte dei Conti sulla gestione dei conti pubblici del Molise. Una mazzata tra capo e noce del collo che non ha lasciata possibilità di replica. A nemmeno hanno voglia e possibilità di farlo. Una sanità allo sbando più totale, una gestione dei conti che acqua da tutte le parti, un periodo storico che ci ha portato ad avere 1.600 euro di debiti per ogni abitante molisano.

Noi in famiglia siamo 4, quindi abbiamo 7.200 euro di debiti che, però, non abbiamo contratto noi, ma ha contratto la politica. Quindi, vediamo se ho capito: nella mia famiglia abbiamo 7.200 euro di debiti, mentre nella famiglia di chi ha operato pedestremente portandoci a questo risultato entrano 8.500 euro netti al mese di
prebende. È la legge dei numeri, la legge della democrazia elettiva, democrazia che si è trasformata nella democrazia del codice iban, nella democrazia che fa trasformare gli eletti nel Marchese Onofrio del Grillo con il detto popolare: “io so io, voi non siete un ca@@o!”


Ed andiamo avanti. Quindi, se tutto andrà bene tra poco si metteranno in campo le macchine organizzative. Partiranno gli inviti a riunioni e cene per promettere qualcosa di buono per gli anni successivi al 2023, ma adesso al 2023 ci dobbiamo arrivare. Per arrivarci, quindi, i prossimi futuri saltatori di fosso, le future quaglie, hanno la necessità di inventariare tutte le clientele erogate e concesse per “ricordare” ai beneficiari che nel rispetto assoluto della partita doppia, se hanno avuto adesso devono dare e la partita potrebbe iniziare a pareggiarsi.

Ritornando a bomba: ho dato un titolo a questo articolo estrapolato da qui: “I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza”. È la parte finale del bollettino emesso dal Generale Diaz all’indomani della vittoria della prima guerra mondiale. Quello che mi lascia senza conforto è “i resti” adesso siamo diventati noi molisani sempre più sconfitti da questa politica fatta di arrivismi e di personalismi.

Mi piacerebbe chiudere in bellezza questo scritto, ma non trovo le parole dopo aver scritto quello che ho scritto non trovo le parole.
Quindi affranto “strutto” statevi arrivederci.

Franco di Biase

Commenti Facebook