#corpedelascunzulatavecchia/Campobasso “invasa” dai turisti e fascisti in televisione

In un’assolta domenica di ottobre, anche di fine ottobre, assolata a tal punto che ti permette di stare a mezze maniche in piazza Prefettura, meglio con il suo nome originale Piazza Gabriele Pepe, ma meglio ancora come la definisce il Prof. Gennaro Ventresca: Piazza Polmonite, il passaggio di una comitiva di turisti in visita Campobasso ti mette di buon umore.

Mette di buon umore perché sono sempre stato convinto che anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo bellezze da mostrare e che potrebbero portare un minimo di giovamento alla città. Stamattina, per esempio, una ventina di quelle persone si è fermata in un bar a fare colazione. Poco, molto, abbastanza? Non lo so. Ma fatto sta che un bar di Campobasso stamattina ha servito venti persone in più che non erano in “previsione”.

Sempre in questa assolta mattina di ottobre che ci rigenera a tal punto dal gioire per la non accensione dei termosifoni, a dispetto del presidente russo che vuole farci morire dal freddo, altre notizie hanno pervaso il malaticcio mondo dell’informazione. Due su tutte, distanti geograficamente, ma simili tra di loro, hanno fatto rinascere in tutti noi, credo e spero profondamente, spiriti forse sopiti di pericolo per la democrazia: Il presidente del Senato, Sen. Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato dopo il Presidente della Repubblica, che ha annunciato che non festeggerà il 25 aprile divenuto preda, come festa nazionale, della sinistra. Seconda notizia i nostalgici del fascismo che vanno in “pellegrinaggio” a Predappio a rendere omaggio al di là pelato, appunto di Predappio, in occasione del centenario della marcia su Roma.

Come si intersecano questi casi tra di loro? Niente o quasi niente, tutto o quasi tutto, e mi spiego: la visita dei turisti a Campobasso, non è la prima volta che mi capita di vederli, riempie di gioia e ci proietta verso un possibile futuro diverso dall’esistenza che sinora abbiamo avuto. Un futuro, come molisani, che ci possa far attingere ricchezza, almeno un minimo, da attività che sinora sono rimaste sconosciute per mancanza di apertura mentale e/o per pigrizia mentale che ce ne vietato l’uso. Scoprire che potrebbe esse possibile fare del turismo a Campobasso è come vedere il sole dopo secoli di buio ed avere la speranza per un futuro. Certo c’è bisogno di lavorarci e di programmare seriamente la vita economica della nostra regione, ma questo significherebbe esperire nuove vie governative, non solo politicamente, diverse per la guida della Regione. Abbiamo bisogno di un “rinascimento” di idee , di un fiorire di idee condivise con le classi economiche della regione che potrebbero fare da spunto, da lancio, rilancio no, non sono mai state lanciate, a quella che è la nostra asfittica economia regionale. Per la prima volta “nelle storia del West” si potrebbe provare ad avere degli spunti da riversare sul territorio e non un’ennesima azienda in difficoltà che la si regionalizza per fare assunzioni di personale a poche ore settimanali per moltiplicare i beneficiari e per ampliare la base della campagna elettorale. Si tenga conto che ogni contratto porta in media quattro voti, ma visto che ti ho fatto lavorare, me ne devi dare almeno dieci.

Questa è la situazione molisana, per la situazione nazionale, dopo questi due eventi di oggi: La Russa che dice di non voler partecipare alle feste di sinistra e la manifestazione del centenario della marcia su Roma, mi viene da piangere sul catafalco dove penso sia stata deposta la salma della democrazia. Un catafalco che ha mostrato la salma della democrazia vituperata, la salma, da posizioni inneggianti al fascismo nella sua eccezione peggiore, quella della Repubblica Sociale di Salò. La parte finale del ventennio fascista, tutto dittatoriale, ma la parte peggiore. La parte della storia che vide gli italiani alleati con la Germania nazista in una guerra contro gli stessi italiani. Una parte della storia che vide gli italiani delle Repubblica sociale (i repubblichini) massacrare e fucilare altri italiani in nome di un’alleanza contro natura. Un’alleanza che vide il pelato di Predappio catturato dai partigiani mentre fuggiva in Svizzera travestito da soldato tedesco con oltre due quintali di oro in lingotti ma anche in fedi nuziali che gli italiani avevano “offerto” alla Patria per lo sforzo bellico.

Come disse quel mio amico che ne capiva di cose della vita: abbiamo scoperto che siamo ricchi e non lo sappiamo, riferendomi ai turisti a Campobasso, siamo tornati indietro e lo scopriremo, riferendomi al presidente La Russa ed ai nostalgici che manifestano per il centenario della marcia su Roma. Volevo chiudere facendo notare che in un servizio televisivo un gruppo di manigoldi, giova ricordare che il fascismo è fuori legge, cantava “Faccetta nera”, ma il vero inno del fascismo era “Giovinezza”. D’altra parte cosa ci si può aspettare da chi spera nel ritorno di una dittatura?

Certo non cultura da premio Nobel.

Con immutata stima, ma sempre aumentato affetto vi ripeto quello che disse lo zio del mio amico: “statevi arrivederci”.

Franco di Biase

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