corpedelascunzulatavecchia/Assessore Cotugno e commissario Di Giandomenico lido mappatella e ponte pane e frettata

Aver partecipato ad un “podcast” , scoperto poi che tratta di trasmissione radio veloce ed
incentrata su un unico argomento, su Campitello mi ha consentito di fare uno “brainstorming”, ma da solo, sulla situazione del turismo in Molise. Il turismo lo abbiamo sempre immaginato o con il periodo più o meno breve delle ferie estive, oppure con il visitare una città d’arte in tutti i suoi aspetti.

E su questo vivere vicino Roma un poco ci ha aiutato. Ma quasi mai abbiamo pensato, per
esempio a Napoli come città turistica. E questo ci ha penalizzato. Ai tempi della nostra fanciullezza le ferie estive erano, alle volte, solo le “fuitine” a mare, a Termoli, con utilitarie rigorosamente Fiat, pane e frittata come sostentamento e la vecchia ss 87 come tragitto. Non è un caso che qualche spiaggia libera a Termoli veniva definita “lido mappatella” ed il ponte “foce dell’angelo”, ora abbattuto, definito il ponte: ”pane e frittata” perché i campobassani eravamo soliti fermarci all’ombra del ponte e consumare i frugali, ma non per quantità, pasti vicino alle nostre autovetture parcheggiare all’ombra.

Erano tempi diversi, addirittura con l’apertura della bifernina ci fu un aumento esponenziale dei
“pendolari del mare” partivano la mattina per andare al mare e la sera tornavano. Eme fatte: “iame e menime”. Tempi andati e tempi passati. Ora anche noi molisani tosti e magari arretrati consideriamo in maniera diversa il turismo ed anche le ferie.

Detto questo del passato andiamo a dare un’occhiata a quello che succede nei nostri tempi.
Certo non esistono più i viaggi interminabili per andare al mare come pendolari, almeno esistono molto di meno, e le persone, i molisani, sono usi anche a viaggiare all’estero, e meno male. Ma il turismo è solo mare e solo momento estivo? Sembra che la partecipazione del Molise alla BIT sia stata articolata in questa maniera. Dico sembra perché non essendo consigliere regionale e/o addetto del settore non ho partecipato alla BIT personalmente. Ma a questo proposito voglio chiedermi/vi: gli addetti al settore vanno alla BIT per lavoro?

L’assessore regionale al turismo (ing. Cotugno) vi partecipa in quanto “parte in causa”, il commissario dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo (on. Di Giandomenico) vi partecipa in quanto “soggetto attuatore”, anche se poi si dice che abbia “attuato” molto sulla costa, se non di Termoli, e poco sul resto del Molise, ma i consiglieri regionali cosa sono andati a fare alla BIT? Ma meglio ancor sono andati a spese dell’erario (nostro) o come? Ma questo lo scopriremo, o non lo scopriremo visto che alla “gita aziendale” alla BIT hanno partecipato sia consiglieri di opposizione che di maggioranza.

Ma andiamo avanti: la politica si occupa di turismo e fa molto bene, ma a mio avviso si occupa di turismo non come un governo cui sta a cuore lo sviluppo economico di un territorio, ma come un’agenzia di viaggi che deve assolutamente trovare qualcosa da vendere. Ovvio che vendere il mare nella concezione comune è molto più facile che vendere altro, anche se poi in altri posti d’Italia riescono a fare soldi ed ad attrarre turisti anche con altre “amenità”.

Stavano dicendo il turismo, in Molise, per esempio, esiste un turismo che sta fuori dalla portata dei nostri governanti, forse ne ignorano l’esistenza : è il turismo dei nostri corregionali che vivono fuori e che ad agosto tornano nel paese di origine. Sono proprio loro, i nostri corregionali, che permettono alle centinaia, se non migliaia, di attività commerciali che ancora operano in paesini con alle volte meno di mille abitanti di sopravvivere e quindi di dare un servizio. Almeno gli “indigeni” hanno un punto di riferimento per comprare un chilo di pane ed un pacco di pasta anche nei mesi invernali.

Questo turismo di tipo affettivo non è assolutamente preso in considerazione se non con
l’elargizione di una piccola somma di denaro o di una coppa per la più classica della partite scapoli ammogliati. I nostri paesi per quanto piccoli ed abbandonati, offrono una tradizione di enogastronomia, ma anche di cultura popolare tramandata oralmente, che ha poco da invidiare ad altre culture di altri luoghi d’Itlia. Allora mi viene da chiedere: perché la regione non istituisce una “task force” per raccogliere notizie, usi, costumi, tradizioni, enogastronomia e li mette insieme per “spiattellare” a tutti una regione che esiste veramente?

Finiamola con i luoghi comuni dello sviluppo turistico di stampo classico fatto con brochure buttate sul bancone dell’agenzia di viaggi, non siamo Roma e non possiamo avere il negozio del pakistano che ti vende la palla di neve (made in China) con la basilica di San Pietro. Ecco questo noi non lo abbiamo, ma non lo cerchiamo. Non per il pakistano perché a me che sono scuro mi chiamano fratello, e mi fa piacere se lo fanno per il colore della pelle, ma anche per altro, ma per noi stessi.

Scopriamo le cose belle della nostra regione e mettiamole insieme, si crei una “task force” che
possa, ma debba, visitare uno ad uno gli operatori turistici per invogliare i turisti a venire in Molise. La partecipazione alla BIT, con crogiolamento per le visite ricevute, non ci porta a niente se poi i turisti non verranno perché convinti da operatori turistici ad andare altrove. Proprio alla BIT di Milano abbiamo ricevuto complimenti per la nostra regione ed “ammiccamenti” per inserire anche il Molise nella vetrina delle olimpiadi invernali Milano-Cortina. Non è un punto di arrivo, ci vogliono ancora anni per preparare le olimpiadi, se non ci sarà qualcuno che “ricorderà” agli organizzatori che il Molise esiste, non faremo niente nemmeno questa volta.

Inutile a dire e fare: siamo malati di assistenzialismo ed aspettiamo che la pera caschi dall’albero per poi mangiarla, solo che non facciamo mai i conti con quello che ha pensato di prendere la scala e di cogliere tutte le pere. A noi non resterà nulla! Come al solito! Quindi, per concludere, torneremo ad occupare il lido mappatella, come dicevano Napoli, ed a consumare il pasto frugale portato da casa sotto il ponte “pane e frittata”. Peccato che il ponte sia stato abbattuto e che i molisani sempre più spesso vanno all’estero a fare le vacanze, e gli
“stranieri” in Molise vengono sempre di meno. Dite che non è vero per l’escalation delle presenze negli ultimi due anni? Sono venuti in Molise per non poter andare altrove. Ne riparleremo.

Per adesso, rimadandovi a qualche altra “puntata” sul turismo, vi saluto con immutato affetto e
sempre più aumentata stima. Statevi arrivederci.
Franco di Biase

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