Coronavirus, in Molise il contagio più alto d’Italia: perché?

L’analisi della situazione pandemica in Molise sembrerebbe essere estremamente ‘lineare’ nella drammaticità dell’argomento: indice di contagio alto, ospedalizzazione bassa. Detto in cifre: centinaia di nuovi positivi al giorno, ma una ventina di persone ricoverate al Cardarelli e, mentre scriviamo, uno solo in Terapia Intensiva. I dati ministeriali ‘settimanali’ dicono che l’Rt medio molisano è il più alto d’Italia (1.62), seguito quasi a ruota solo dalla Basilicata e tutti gli altri molto più giù; ma evidentemente si tratta di casi per fortuna non così gravi da richiedere l’ospedalizzazione.

Sorgono spontanei dei dubbi: perché una regione così poco urbanizzata ha un contagio così alto e questo come è distribuito? Se analizziamo i dati disaggregati vediamo che il numero di nuovi positivi è alto naturalmente nei centri maggiori: Termoli e Campobasso su tutti, poi Isernia, Venafro, Campomarino, Larino, San Martino in Pensilis e poi Montenero di Bisaccia e a volte compaiono Bojano e Agnone o Riccia e Trivento (ma non molto spesso). Tutto è proporzionato alla popolazione, quindi niente di nuovo, ma sembra essere maggiormente diffuso il contagio nei numeri nella zona basso molisana. Una spiegazione logica ci sarebbe, visto che è la zona del Molise naturalmente vocata agli spostamenti anche interregionali, la parte produttiva maggiore, mentre l’area centrale e le zone interne sono già di loro un po’ più isolate.

Detto questo non abbiamo risposto alla domanda principale e non si capisce perché regioni maggiormente abitate e ancora più propense ai viaggi ed alla vita produttiva, agli interscambi anche internazionali (ad esempio la Lombardia, il Veneto e il Piemonte solo per citarne alcune) abbiano un dato Rt molto più basso.

Non c’è una risposta facile, però probabilmente dipende dai costumi e dalle usanze che nella nostra regione prevedono assembramenti di comunità in più occasioni durante l’anno e una vita sociale fatta molto di momenti aggregativi, incontri tra parenti e conoscenti, rispetto a quanto avviene in altre zone; oltre alle normali serate nei locali, dai ristoranti ai pub, o sale da ballo, che però in questo ultimo caso rientrano nella normalità della vita anche delle altre regioni. C’è poi da ritenere che le famiglie molisane sono in molti casi ancora patriarcali e non sono rare quelle dove nella stessa unità abitativa vivono nonni, genitori e figli. In casa si toglie naturalmente la mascherina e il contagio si allarga facilmente. Quanto detto al netto dei cluster che hanno situazioni logistiche e conformazione ancora differenti.

In Molise è già alto il contagio da Omicron2, pare intorno al 40%; una variante molto contagiosa che va monitorata attentamente e a breve ci sarà l’esperimento del ritorno alla normalità, fatto che porta a pensare che il contagio non diminuirà, anzi. La speranza è che veramente questa si riveli una forma meno aggressiva e pericolosa delle altre; perché dopo due anni di tensioni e preoccupazioni vorremmo evitare di replicarle ancora.

Stefano Manocchio

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