Cenone di fine anno casalingo e rigorosamente targato Italia

di Massimo Dalla Torre

Il 100% degli italiani quest’anno festeggerà la fine del 2020, anno da cancellare senza ombra di dubbio, e l’inizio del 2021con il cenone casalingo prevedendo una spesa media di 50 euro, tant’è che la totalità dei nostri connazionali celebrerà il capodanno tra le mura domestiche e non più presso amici o parenti ma soprattutto all’insegna del risparmio e del non spreco, anche perché l’Italia è tutta zona rossa, di conseguenza è vietato uscire da casa se non per esigenze specifiche.

Questo è, quanto si legge dai sondaggi effettuati dalle organizzazioni di categoria dove emerge che circa il 70% degli intervistati ammette di non riuscire ad arrivare alla fine del mese con il proprio reddito per il cenone che, saràinesorabilmente, all’insegna del self-made, dove l’inventiva culinaria italiana trionfa.

Un tributo non modaiolo dove non si rinuncerà ai prodotti nazionali come: pasta specialmente quella “ammassata” in casa, cotechinoo zampone, lenticchie, verdura stagionale, carne di maiale o di vitello,pollame e frutta locale anch’essa di stagione, il tutto innaffiato davino preferibilmente di zona, mentre sono bandite dalle tavole, salmone, ostriche, caviale e frutta come ciliegie e pesche anche perché al contrario degli altri anni la pandemia da covid19 non permette assolutamente di curiosare tra i banchi del mercato o dei supermercati alla ricerca di prodotti fuori norma.

Lo spumante, si conferma il prodotto immancabile tant’ è che sarà bevuto da quasi nove italiani su dieci mentre pochi stapperanno champagne anche perché è il palato a rifiutarne il sapore asprigno che non si sposa con i sapori della cucina nazionale. A fare compagnia alle bollicine il panettone classico ossia quello inventato nel 1500 dal cuoco meneghino Toni al quale non rinunceranno più di 8 italiani su 10 che vince di misura sul dolce Scaligero per eccellenza il pandoro.

Tutto rigorosamente etichettato bianco, rosso e verde. Target italiano apprezzato anche all’estero visto l’export di vini, grappa e liquori, formaggi, salumi e pastache supera la cifra record di 2,7 miliardi di euro. Insomma, anche se il corona virus fa da padrone, alla tavola nella notte di san Silvestro tra botti rigorosamente vietati si parlerà unicamente la lingua di Dante che, tra un sonetto e una rima, sicuramente non rinunciava al “divin desco” luogo che quest’anno più che mai unisce e non separa.

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