Campobasso/ Servizi cimiteriali: quanta burocrazia!

Le problematiche che attengono ai servizi cimiteriali sono sempre delicate e meritano una trattazione particolare, rispettosa della privacy ancor più che nei casi ‘normali’. Prendiamo spunto da un post pubblico, ma eviteremo comunque di nominarne l’autore per i motivi prima descritti. Su Facebook è apparsa la notizia che dal 1° gennaio 2022 la manutenzione delle lampade al cimitero di Campobasso non è più di competenza della società che gestisce i servizi cimiteriali, ma direttamente del Comune; qualcosa è cambiato per l’utente che prima si recava negli uffici gestiti da una società privata e provvedeva alla segnalazione, ad esempio, della necessità di sostituzione della lampadina appoggiata alla lapide perché fulminata e al limite si poteva mandare una mail, in caso di impossibilità a recarsi sul posto negli orari stabiliti. Ora pare che non sia più così.

“Per una semplice sostituzione di una lampada (intervento contemplato nel canone annuale previsto)- si legge nel post sul social network – occorre seguire tutta una procedura prevista sul sito del nostro amato Comune”.

Lo scrivente del post precisa la procedura: 1) scaricare apposito modulo per la segnalazione del guasto; 2) inviare esclusivamente a mezzo PEC oppure recarsi personalmente al Protocollo del Comune!

Prima considerazione: è vero che i rapporti con la pubblica amministrazione devono essere regolati, per la loro ‘certificazione’ solo con PEC, ma la segnalazione di guasto alla lampada votiva non sembra essere argomento tale da poter generare ricorsi o eventuali contestazioni (il costo medio del servizio, almeno con la vecchia gestione, era inferiore ai 15 euro annui!). Immaginiamo che la pratica vada nelle mani degli addetti a Palazzo San Giorgio, che dopo aver protocollato la richiesta, dovranno recarsi o telefonare al cimitero per comunicare il guasto all’operaio incaricato della sostituzione, mentre prima il dipendete usciva dall’ufficio e lo diceva ‘a voce’. Resta il fatto che la stragrande maggioranza dei cittadini, non avendo la PEC, dovrà portare il modulo al Protocollo del Comune, che non è esattamente come recarsi nel piccolo ufficio cimiteriale di un tempo, ma ha un afflusso di persone decisamente maggiore e file più lunghe. Insomma in un periodo in cui sarebbe necessaria la semplificazione di atti e procedure, a Campobasso s’intraprende la strada opposta, quella della burocrazia.

Restando in tema, citiamo un caso segnalato direttamente alla redazione. Sembra che un cittadino abbia richiesto la traslazione del corpo del padre defunto da un comune fuori regione verso Campobasso, perché queste erano le volontà del de cuius, anche se non espressamente poste in forma scritta. Segnalato il proposito, avrebbe ricevuto il diniego dalla struttura addetta al servizio nel capoluogo molisano, perché sarebbe possibile farlo solo per ‘defunti che comunque erano residenti in città’, anche se domiciliati altrove. Quindi il defunto, per poter riposare in pace nella città natale (nella quale, nel caso in specie, aveva anche vissuto per diversi anni prima del trasferimento lavorativo) vi avrebbe dovuto stabilire la residenza mentre era ancora in vita anche se provvisoriamente lavorava altrove.

La regola è regola e va rispettata anche se ingiusta, potrebbe dire qualcuno; ma è stato riferito che in passato si sia fatta eccezione per qualche personaggio di chiara fama. Evitando di malignare, ci viene da pensare che l’unico motivo distintivo tra un caso e l’altro, volendo evitare la logica del ‘due pesi e due misure’, sia nella probabilità che la famiglia del ‘personaggio famoso’ sia proprietaria di loculo o cappella funeraria e non abbia avuto solo il servizio in uso (adesso quarantennale), ammesso che in questo caso la traslazione sia possibile o in alternativa che il personaggio famoso abbia mantenuto la residenza in Molise pur non vivendoci (ipotesi difficile); altrimenti dovremmo pensare che anche i versi della celebre poesia ‘A livella’ possano trovare eccezione post mortem! E sarebbe una considerazione di sconfitta morale per tutti.

(ste.man.)

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