Campobasso onora Sant’Antonio Abate

Oggi 17 gennaio comincia ufficialmente il carnevale e a Campobasso così come in moltissimi paesi del Molise si accendono dei falò. I quali, si palesano attraverso la festa dedicata a sant’Antonio abate il santo eremita. Festa che nel capoluogo di regione trova la sua apoteosi non solo nella chiesa prospiciente una delle sei porte d’accesso alla città vecchia ma soprattutto sul sagrato dove si celebra l’accensione del fuoco e la benedizione degli animali, un tempo da cortile oggi da compagnia. Il rito dell’accensione dei fuochi invernali si collega a un rito pagano che si ripete da secoli e simboleggia la funzione purificatrice, gli effetti magici dell’allontanamento delle streghe, degli spiriti invernali, dei morti, delle malattie quale espressione dell’ardore delle passioni, gesti propiziatori contro le tentazioni. In quest’ambito che si sviluppa la ricorrenza che affonda le radici nel 1600 anche se gli studiosi e soprattutto i cultori della storia locale sono sicuri che e’ molto più antica. Manifestazione tra il sacro e il profano che rappresenta un tributo a quello che e’ la tradizione che vede annualmente raccogliere gente attorno al grande falò e degustare tra l’altro i cibi della cucina casereccia: cavatelli, salsiccia arrosto  e fave cotte. Il tutto annaffiato da un buon bicchiere di vino rosso.  A completare la tradizione le “maitunate” accompagnante magistralmente dalla fisarmonica di Nicola Mastropaolo e da un gruppo di aficionado della musica campobassana che,  tra lazzi e strofette pungenti rivolte ai signori di palazzo o a personaggi più o meno noti della comunità cittadina, fanno si che la  tradizione  non si spenga a dimostrazione che le radici della campobassanità che onora il santo sono radicate. Radici che riportano alla mente gestualità che oggi sono quasi del tutto scomparse perché l’incongruenza dell’attuale non permette assolutamente di apprezzarne la valenza e di conseguenza il significato che, proprio perché tale, si rinnova ogni qualvolta arriva questo giorno,  chiamando a raccolta non solo gli abitanti del quartiere ma l’intera comunità Campobassana con la speranza che il fuoco purificatore e l’allegria della festa faccia svanire una volta per tutte le contrarietà che rappresentano il lato deleterio della società attuale.
 Massimo Dalla Torre

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