Campobasso: il sogno è divenuto un incubo!

di Massimo Dalla Torre


C’era una volta Campobasso… Così potrebbe iniziare una bella favola urbana, peccato,
però, che oggi più che mai il capoluogo di regione si è trasformato in un qualcosa
indefinito: strade dissestate, confusione causa i continui esperimenti sul traffico e la
viabilità, terminal degli autobus in cerca di identità, sopraelevate che somigliano alle
incompiute, tangenziali in attesa di completamento, verde non sempre curato, senza
parlare dei problemi che si registrano nei quartieri periferici divenuti veri e propri dormitori, nonostante si cerchi di mantenere inalterata la struttura abitativa.

Luoghi spesso ostaggio di personaggi poco raccomandabili la cui unica occupazione è delinquere cui si deve aggiungere altre distonie, causate, purtroppo, dal continuo cambio della guardia nei palazzi della politica.

Tutte cose che danno corpo alle affermazioni del grande Gino Bartali: gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare. Insomma regno della confusione senza fine. A testimoniare la novella negativa sotto tutti i punti vista finanche la deturpazione dei muri cittadini con tanto di scritte e disegni a volte volgari che spesso sono postati sui social network.

Una situazione che lascia senza parole ed esterrefatti, dove finisce la dignità di
una comunità come Campobasso in cui si evidenza la disperazione di chi tramite
esternazioni poco prosaiche non ci riferiamo ai murales, sono la personificazione di una
società non civile.

Ecco che la ex città giardino nonostante sia a dimensione d’uomo da tempo ha preso le sembianze e le movenze delle grandi metropoli con una variante la negatività in senso assoluto. Il che annienta non solo il senso civico e la fiducia nelle istituzioni che, oggi più che mai, pur non ignorando il problema, ancora una volta sono costretti a leggere inermi la fine della favola cui fa seguito un appello affinché’ la questione si risolva.

Un qualcosa che per una comunità come quella locale è assolutamente inaccettabile. Specialmente se alla luce di quello che è stato e che causa anche lo stato di emergenza da covid 19 complica ancora di più la vita di Campobasso che, difficilmente potrà riappropriarsi di quelle che sono le caratteristiche peculiari legate soprattutto alle
tradizioni come la processione del venerdì santo, della sagra dei misteri, il fuoco di
sant’Antonio abate, la festa madonna dei monti, l’infiorata, e le mascherate di carnevale
che fino a qualche anno fa erano, peccato che non lo sono più la carta d’identità di tutto
rispetto di quello che era Campobasso, non città punitiva unitamente alla Sardegna o alla
Basilicata, ma un luogo dove poter passeggiare tranquillamente e godere della semplicità
che era palese sotto tutti i punti di vista.

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