Campobasso/ Il ‘fantasma’ della raccolta differenziata

Le incompiute sono generalmente opere pubbliche che dopo anni, o decenni, non arrivano allo stato d’avanzamento finale; ma ci sono anche le incompiute ‘immateriali’, che come le prime abbondano in Molise. Ogni tanto è bene ricordare che esistono e che, miracolosamente, riescono a rimanere tali attraversando legislature differenti e di differente colore politico.

A Campobasso lo scorso anno è stato effettuato il ritiro dei bidoni dell’umido nelle zone dove ancora la differenziata ‘porta a porta’, o meglio condominiale, non era stata effettuata; allora si disse che la misura era transitoria e che nel giro di alcuni mesi si sarebbe provveduto a risolvere il problema. Di mesi ne sono passati troppi, anche volendo considerare la ‘sospensione’ per il lockdown e i rallentamenti della macchina burocratica cittadina conseguenti; i bidoni per la raccolta ‘porta a porta’ ancora non si vedono in queste zone della città e la gente ivi residente smaltisce l’umido nel secco indifferenziato, non avendo altra scelta. Il problema non è solo solo pratico (l’umido sarebbe di norma ‘lavorabile’ il secco indifferenziato va in discarica) ma anche ‘morale’ perché se si permette per tempi lunghi alla popolazione di smaltire alla rinfusa, nel sentimento popolare prende poi piede l’idea che fare la differenziata non sia obiettivo primario del pubblico e, quindi, anche del singolo.

Il problema, come detto, non è politico, nel senso che non riguarda solo l’attuale amministrazione, che pure parte del lavoro l’ha ereditato e non completato, ma decisamente ‘trasversale’, visto che la politica della differenziata langue nel capoluogo di regione da molti anni. I soldi in teoria ci dovrebbero essere, visto che Campobasso è stata al centro di un progetto di finanziamento pubblico anche cospicuo (all’uopo la precedente amministrazione acquistò enormi cataste di bidoni, ma non completò l’opera). Finanziamento che fu visto anche come risarcimento del poco o niente fatto dalle amministrazioni cittadine precedenti, che, da quando è nata una coscienza civile intorno alla questione, hanno parlato molto e fatto altrettanto movimento, ma improduttivo.

La differenziata ‘incompleta’ sembra essere un fantasma che aleggia nelle stanze di Palazzo San Giorgio e che poi non si materializza. Attendiamo che prima o poi qualcuno decida di portare a compimento l’opera e perciò siamo (poco) fiduciosi.

Stefano Manocchio

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