Presunto ricatto al governatore del Molise, gli avvocati difensori: Papa e Petescia vanno assolti perchè il fatto non sussiste

Si sono concluse con l’udienza del 17 ottobre a Bari le arringhe degli avvocati difensori al processo per la vicenda del presunto ricatto al governatore del Molise, Paolo Frattura, processo che vede sul banco degli imputati la giornalista Manuela Petescia e il magistrato Fabio Papa.

Per circa un’ora ha parlato il legale Paolo Lanese (che aveva iniziato la sua arringa nella scorsa udienza), poi è toccato all’avvocato Arturo Messere, il suo intervento è durato cinque ore. Entrambi hanno chiesto l’assoluzione per i loro assistiti perché “i fatti non sussistono”. “Ho dimostrato che non c’è prova della responsabilità degli imputati – afferma Messere – e che ci siamo trovati di fronte a dichiarazioni mendaci e calunniose da parte degli accusatori”.

Il processo si avvia ora alla conclusione: il 7 novembre ci saranno le dichiarazioni spontanee degli imputati, il 5 dicembre infine le repliche e la sentenza. Secondo la tesi dell’accusa il pm e la giornalista, nel corso di una cena, avrebbero chiesto a Frattura una legge per l’editoria e finanziamenti a sostegno di Telemolise, minacciando, in caso di rifiuto, ripercussioni giudiziarie e una campagna denigratoria contro di lui. (ANSA).

Commenti Facebook