“Don Camillo e Peppone”, obiettivo raggiunto: manifestazione di sport, solidarietà e cultura del “diverso”

Obiettivo centrato! Una idea, un sogno che si realizza grazie al coinvolgimento diretto di due assolute personalità della comunità di Guglionesi: il parroco don Gianfranco Lalli e lo chef Bobo che insieme al capitano della Fly Sport Inail Molise hanno dato vita ad una manifestazione di sport, solidarietà e cultura del “diverso”. Quale era lo scopo? Finanziare il noleggio di autobus da 53 posti per trasportare, gratuitamente, i ragazzi della scuola primaria di Guglionesi al PalaSabetta di Termoli per assistere alle partite casalinghe, sei in tutto nell’arco del prossimo torneo cadetto, del campionato nazionale di serie B di pallacanestro in carrozzina della Fly Sport Inail Molise. Tutto questo è stato possibile grazie ad una partita amichevole tra la Fly Sport Inail Molise e l’Amicucci Giulianova e una cena di beneficienza. Ma come è nata l’idea, lo spiega Giuseppe Maurizio capitano della Fly Sport. “Dopo aver scambiato qualche battuta con don Gianfranco sulla mia idea lo stesso ha pensato bene di coinvolgere nel progetto educativo/sociale anche lo chef Bobo.  Da sempre come sodalizio sportivo siamo impegnati nella promozione e divulgazione dello sport paralimpico in lungo e in largo per il Molise, ad oggi sono molti gli incontri che abbiamo avuto nelle scuole di ogni ordine e grado della regione, ma in particolar modo vorremmo che i ragazzi e le ragazze si appassionassero a questo sport e soprattutto venissero educati alla diversità. Poniamo volutamente l’accento sulla sensibilizzazione della cultura del “diverso” soprattutto con le nuove generazioni proprio per far crescere in loro, lo ribadisco, la cultura del “diverso” e i valori straordinario dello sport. Non bisogna aver paura di un ragazzo o di una ragazza disabile o diversamente abile che dir si voglia, anzi! In quest’ottica, la promozione della cultura del “diverso”, va vista la nostra iniziativa che programmiamo alle fine di ogni incontro casalingo. Le persone in genere, ma i ragazzi in particolare, che assistono alle nostre partite sugli spalti del PalaSabetta, sono invitati a giocare a pallacanestro seduti sulle nostre carrozzine. Un esempio empirico per far comprendere loro che davanti ad uno sport e alla vita siamo tutti uguali, chi con determinate capacità chi con altre – ha concluso Maurizio –“.

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