Quel “futuro digitale” che è già presente

Viviamo in un mondo trasparente. L’ambiente che ci circonda sa tutto e vede tutto di noi. La TV ed Internet ci collocano sulla scena mondiale e noi, consapevoli o inconsapevoli, siamo travolti continuamente da un fiume di informazioni che viaggiano e transitano in rete. A chi non è capitato di cliccare due o tre volte  su di un sito per avere notizie circa un viaggio da organizzare o un prodotto da acquistare, per poi vedersi apparire ad ogni “connessione” numerose proposte,  relative alle richieste da noi in precedenza inoltrate? E’ una situazione inquietante. Pensiamo di stare a tu per tu con il nostro computer, invece siamo spiati, controllati. Ogni  input che parte dalla nostra tastiera mette in moto, attraverso ignoti e raffinati algoritmi, le grandi comunicazioni di marketing. Ma  anche  la  politica è in corrispondenza biunivoca con i network, crea seduzione attraverso i blog e dà spazio ai nuovi leader.  E i ragazzi su facebook raccontano le loro vite.
Marshall McLuhan, noto studioso delle comunicazioni di massa, il primo che parlò di villaggio globale, in tempi ben lontani dagli attuali social, è l’autore del libro “ La Galassia Gutenberg” dove per la prima volta si sostiene l’importanza dei mass media nella storia e di come la struttura mentale delle persone e la cultura siano influenzate dal tipo di tecnologia di cui la stessa società  dispone. Deducendone che per non essere risucchiati dalla forza che essa esercita, occorrono degli anticorpi intellettuali idonei a tenere sotto controllo e guardare con distacco ciò che le nuove tecnologie propongono. Queste ultime infatti, secondo McLuhan, non sono semplici strumenti che le persone utilizzano, bensì coloro che se ne avvalgono vengono condizionati e reinventati dagli stessi mezzi. Un pensiero attualissimo.
Un’occasione di riflessione sugli aspetti positivi e negativi di quanto scaturisce dai “big data”, ossia dalle informazioni che vengono inserite sui social network per costruire ciascuno un proprio profilo, o un’identità aziendale, ci è stata data da due esperti di comunicazione, Carlo Freccero, manager televisivo, e Derrick Kerckhove, sociologo belga ed erede di McLuhan, a confronto presso il teatro del Loto di Ferrazzano, su invito di Assostampa Molise. Entrambi concordi sul fatto che la programmazione televisiva e l’accesso ad internet hanno dato luogo ad una ricca e sofisticata diversificazione dell’informazione, tale che ogni spezzone di utenza sia in grado di ricavarsi un proprio segmento di interesse. Hanno poi posto l’accento sul valore di internet quale prezioso strumento organizzativo. Sul ruolo della finanza che grava sulla pubblicità e il consumo.  Senza tralasciare la circostanza che l’utilizzo dei “big data” può essere molto compromettente per la nostra sicurezza, la nostra privacy e la nostra situazione economica. Meno ottimista la posizione di Freccero,  positiva e più lanciata quella di Kerckhove nel delineare uno scenario digitale dove il bene e il male  si mescolano in una realtà virtuale sempre più ingombrante!.
 Rossella Salvatorelli

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