Inaugurazione della mostra fotografica “Casacalenda che fu”, curata da Flavio Brunetti

Le antiche lastre fotografiche dello studio Mastrosanti tornano a casa. Le immagini in bianco e nero salvate dall’oblio, selezionate tra millecinquecento scatti, restaurate e raccontate da Flavio Brunetti, dal 1 agosto prendono vita negli spazi del Palazzo Municipale, riallacciando legami perduti che riassumono la storia della comunità di Casacalenda (CB) tra il XIX e il XX secolo.
L’inaugurazione è prevista lunedì 1 agosto 2016 nel corso di una conferenza stampa/vernissage che si terrà alle ore 11,00, nell’aula consiliare del Municipio.
Ai saluti del Sindaco Michele Giambarba, seguiranno gli interventi del direttore della Fondazione Molise Cultura, Sandro Arco e dell’autore/curatore Flavio Brunetti.

“Casacalenda che fu” è tratta da “Non aprire che all’oscuro” (Campobasso-Palazzo Gil 13 gennaio – 28 febbraio 2016), un patrimonio di storia collettiva del Molise rurale salvato e reinterpretato, attraverso un’analisi antropologica molto raffinata, riportato nel catalogo/romanzo edito da Palladino Editore scritto dallo stesso artista che ne racconta la genesi, attraverso avvenimenti biografici toccanti.

“Prima di essere un titolo, “Non aprire che all’oscuro” è la raccomandazione incisa sul coperchio delle scatole delle antiche lastre fotografiche al bromuro d’argento. La storia ha inizio quando l’autore, in modo del tutto casuale, si imbatte in due casse, grandi come quelle utilizzate per trasportare le bottiglie di birra., ricolme di scatole di lastre fotografiche e gettate tra le cianfrusaglie di due trovarobe.
Fu amore a prima vista e immediata contrattazione dettata dall’istinto più che dalla ragione. L’ansia di scoprire l’esatta provenienza, il tempo, chi fosse stato il fotografo, culminano nelle fattezze e nell’umanità della società di una paese molisano (ma un paese varrebbe l’altro) nell’arco di tempo compreso tra la fine dell’800 e il 1933. Tutte le lastre, e questa è la fortuna, furono scattate dallo stesso fotografo, Mastrosanti, e da lui tutto il paese si recava ad immortalare la nascita, la crescita, la morte, la partenza per il fronte, il matrimonio, la ricerca del marito, la famiglia, etc. Su quei vetri diventa materia la nostra comunità di un secolo fa che rivive e ancora respira e ancora sogna.
Quelle mille e cinquecento lastre documentano un Molise ancestrale quasi primitivo e ciascuna rappresenta una condizione esistenziale che nell’insieme si fa documentazione, storia collettiva e ‘stoffa del sogno’ delle generazioni dei nostri avi. E in quel mondo, che solo apparentemente sia passato e più non esista, la fotografia assume un potere divino, magico, sacrale, quello di ridare la vita, in una sorta di metempsicosi, alla bellezza e alla grazia.”

FLAVIO BRUNETTI
CASACALENDA CHE FU
Immagini tratte da NON APRIRE CHE ALL’OSCURO la vita, i sogni, la morte nel mistero della fotografia
Palazzo Municipale – Casacalenda (CB)
1 agosto 2016 – 25 settembre 2016
www.nonaprirechealloscuro.it

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