Carrón: “Non rinunceremo al nostro impegno in politica e nella società”

Non c’è rapporto con la verità, se non attraverso la libertà”Un “nuovo inizio” per la civiltà occidentale e cristiana dopo il “crollo delle evidenze”, nel segno della madre di tutte le libertà: la libertà religiosa. Questi e molti altri i temi trattati da Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, nel suo ultimo libro La bellezza disarmata (Rizzoli). Il volume è stato presentato all’Auditorium della Conciliazione, dall’autore assieme al cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e al presidente emerito della Camera dei Deputati, Luciano Violante. Carrón ha raccontato la sua ultima fatica editoriale, traendo un bilancio dei suoi dieci anni alla guida del movimento di Comunione e Liberazione e della non facile eredità di don Luigi Giussani.Nelle sue uscite pubbliche Carron ripete sempre che in Comunione e Liberazione non è in corso alcuna “svolta religiosa” a discapito dell’impegno politico e civile, il movimento sta vivendo un processo di “personalizzazione della fede” perché questa irrobustisca l’immersione dell’uomo nel reale e nella novità che Cristo introduce nella vita di ognuno. Questo libro che Violante ha definito un saggio,un testo Universitario una sorta di summa dei dieci anni trascorsi da presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. È un tentativo di condividere l’ esperienza del movimento con tante altre persone che stanno affrontando le stesse sfide. Nel primo capitolo Carron affronta la sfida di un nuovo inizio davanti al crollo di tante evidenze che stanno venendo meno: la crisi economica, l’emergenza educativa, ecc. Davanti alla stanchezza che autorevoli esponenti della cultura riconoscono, è possibile ripartire da questa situazione,convinto che questo nuovo inizio sia possibile, che sia possibile trovare quello che ci farà ripartire. Altra espressione chiave del libro è “crollo delle evidenze”…

Si tratta di un’espressione che ripresa da un testo di Benedetto XVI, in cui il papa emerito ricordava come nell’epoca dell’illuminismo, dopo le guerre di religione, la grande unità europea fosse andata in pezzi. Si pensava che quei valori condivisi da tutti gli europei, i valori della tradizione cristiana potessero rimanere come fondamento di quel “nuovo inizio” ma fuori dai conflitti religiosi. Si riteneva che , separandoli dagli elementi religiosi, questi valori potessero durare. Dopo qualche secolo, vediamo che, come ha riconosciuto lo stesso papa Benedetto, questo tentativo di conservare per sempre dei valori condivisi da tutti, è fallito.Un altro concetto chiave del libro è “verità nella libertà”Sviluppato e visto come un notevole passo avanti nell’autocoscienza della Chiesa,ripreso da un celebre discorso alla Curia Romana del 2005, nel quale Benedetto XVI aveva affrontato alcuni dei nodi fondamentali del Concilio Vaticano II, tra cui quello della libertà religiosa. In quella sede la Chiesa aveva approfondito quale fosse il rapporto tra verità e libertà. La rivendicazione della libertà è una questione molto moderna e la Chiesa non è arrivata alla libertà religiosa semplicemente perché non è stata in grado di convincere le persone della verità del cristianesimo ma perché non c’è alcun rapporto con la verità, se non c’è libertà religiosa. Questo è un aspetto di come noi cristiani possiamo offrire la verità, che è cruciale. Per questo, il titolo del libro dà questo suggerimento per un’epoca come la nostra. Solo se l’uomo trova la verità disarmata, senz’altro potere esterno che non sia la verità stessa, l’attrattiva della verità potrà essere adeguata alla sensibilità moderna e all’unico rapporto autentico con la verità che è la libertà ed il cristianesimo, come proposta cristiana, come possibilità di verifica della fede. Per Carron il cristianesimo ha a che fare con tutti gli aspetti del reale: dal lavoro, alla famiglia, alla cultura, alla politica. Non c’è altra modalità di concepire la fede. Come dice San Paolo: “Sia che vegliamo, sia che dormiamo, viviamo insieme a Lui” (1Ts 5,10). Quindi, Dio ha a che vedere con qualsiasi cosa. Non si vuole rinunciare all’ impegno nella società. Ma per poterlo fare, occorre essere certi di Cristo, per dirlo con parole di don Giussani occorre la “personalizzazione della fede”. CL, va verso questa personalizzazione della fede che consente di stare nel reale con la novità che Cristo introduce nella vita.In Conclusione la fede è vissuta veramente sul serio, è in grado di venire incontro a tutto il desiderio di pienezza che una persona desidera quando ne incontra un’altra. Se l’amore è in grado di essere qualcosa di più di un inizio esplosivo e brillante, allora quell’amore può durare per sempre. Questo è il contributo che il cristianesimo può dare alla famiglia come a tanti aspetti della vita. Questo viene proposto nel libro di Carron che non basta leggere ma occorre meditarlo. (A.M.)

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