I giocatori non pensano di essere malati finchè non vivono la rovina economica e la devastazione dell’equilibrio familiare. Infatti di solito sono i familiari a chiedere aiuto. Per giochi d’azzardo si intendono tutti quei giochi in cui c’è una posta in palio, come le scommesse sportive, il Bingo, i Casinò on line, i Videopoker, le Slot Machine, il Lotto e Superenalotto. Tuttavia ciò che fa diventare dipendenti dal gioco non è solo la vincita del denaro, ma anche motivazioni psicologiche di vario tipo. Ne elenco alcune: – Una depressione, che spinge a cercare anestetici al dolore ed “antidepressivi”, e l’eccitazione provocata dal gioco è uno di questi; -Una soluzione alla solitudine; -Un fallimento nei rapporti importanti, che si cerca di compensare rifugiandosi in un mondo parallelo; -Un profondo senso di insicurezza, vuoto, mancanza d’amore, per cui giocando si fugge da queste spiacevoli sensazioni e si sperimenta anche un sentimento di onnipotenza; -La noia, una vita insoddisfacente, che spinge a cercare le forti emozioni, il brivido del rischio; -Le ferite del cuore in genere, l’incapacità o la paura di amare ed essere amati, per cui niente ha senso, la vita non vale la pena di essere vissuta, e ci si butta in attività che estraniano dalla realtà e induriscono il cuore. Una delle trappole del gioco, che fa perseverare in questa attività, è l’illusione della “quasi vincita”: Quando arriva vicino alla vittoria, il giocatore è incoraggiato a continuare perchè si illude che ce l’ha quasi fatta, che la prossima volta andrà bene. Riassumendo, ecco i campanelli di allarme che ci segnalano che il gioco d’azzardo da passatempo divertente sta diventando una dipendenza: -Compulsività, ovvero bisogno sempre più forte e incontrollabile di giocare; -Desiderio di rischiare di più; -Ansia ed eccitamento prima di giocare, calo fisico e psicologico dopo; -Mente spesso impegnata a ripensare alle giocate passate e a programmare quelle future; -Fallimento dei tentativi di ridurre o interrompere il gioco; -Irrequietezza o irritabilità quando si tenta di ridurre o di interrompere il gioco d’azzardo; -Ricerca nell’attività del gioco di una fuga dalla realtà o dal proprio umore, più che ricerca di divertimento; -Rincorsa alle perdite, con un forte impulso a ritentare per recuperare i soldi giocati; -Bugie ai familiari o ad altri; Compromissione delle attività lavorative, peggioramento della situazione finanziaria, perdita di una o più relazioni significative; -Negazione della propria sofferenza, incapacità di ammettere che il gioco è diventato un problema; -Ansia e iperattività, o depressione ed apatia; -Sintomi fisici legati allo stress, come emicrania, ulcera, ipertensione. Il gioco, a differenza della droga, non uccide, ma sconvolge esistenze e famiglie. Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto e di farlo al più presto.
Piera Serricchio ( serricchio.piera@libero.it)