Il vignettista del capoluogo, noto per la sua ironia ed il suo sarcasmo, ha dedicato gran parte della sua produzione ai personaggi più in vista e più noti della città, nel suo classico stile dissacrante ed umoristico.
Una esposizione che sarà aperta per tutta la settima e visibile nei corridoi del palazzo ex-Gil di via Milano.
Tanti le memorie espresse nella conferenza stampa d’apertura, da parte di ex amministratori locali presenti, ma anche parole di ammirazione da parte del Consigliere delegato alle attività culturali della Regione, Nico Ioffredi, oltre che al ricordo dei familiari.
Ad esempio le regole che rimarranno fisse nel corso della sua attività, come la sproporzione tra testa e corpo delle sue figure o la presenza degli attributi dell’attività svolta o degli interessi personali del “caricaturato”. L’uso del ritratto a tutto campo, poi, che suggerisce spesso una sorta di auto compiacenza dei personaggi raffigurati attraverso una sottile contemplazione del “borghese” che veste ora i panni del pensoso “intellettuale di provincia” o del professionista arrivato e satollo o ancora del nostalgico ed impettito “repubblichino”, per il quale Perrone fa un dichiarato riferimento alla grafica degli anni trenta. A prescindere da tutto, però, l’ironia di Perrone nei confronti delle persone ritratte è sempre argutamente bonaria, perfino carezzevole a volte, ma sempre centrata con scaltrezza sull’obiettivo.