WHIRLPOOL CHIUDE DUE STABILIMENTI INDESIT: LAVORATORI FURIOSI BLOCCANO L’AUTOSTRADA

«Whirlpool ha dichiarato 1.350 esuberi, di cui 1.200 nelle fabbriche e 150 nei centri di ricerca». Lo rende noto Gianluca Ficco della Uilm nazionale, dopo l’incontro con l’azienda al ministero dello Sviluppo economico. Annunciata anche la chiusura della Indesit di Caserta e la cessazione dello stabilimento di Albacina. 

Whirlpool ha presentato al Mise il suo piano di integrazione con la neo acquisita Indesit per la parte relativa alle fabbriche e ai centri di ricerca, un’attività, ricorda Ficco, che «oggi danno lavoro a 5.150 lavoratori, riservandosi di presentare entro fine giugno un ulteriore piano di integrazione relativo alle altre funzioni impiegatizie, che attualmente occupano 1.400 persone». 

OPERAI BLOCCANO LA STRADA AD ALBACINA Gli operai della Indesit di Albacina (Ancona) hanno bloccato la Strada provinciale 256 Muccese e si stanno dirigendo verso la superstrada Ancona-Roma per protestare contro il piano da 1.350 esuberi in Italia presentato oggi dalla Whirlpool-Indesit al Mise. Al loro fianco c’è il sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola, del Pd. 

AD: “MIGLIOR PIANO POSSIBILE” Il piano Whirlpool per l’integrazione delle attività acquisite da Indesit è «il migliore che possiamo mettere in campo. Abbiamo guardato tutti i piani possibili, è il migliore per garantire continuità e sostenibilità a lungo termine». Davide Castiglioni, a.d di Whirlpool Italia, commenta così la posizione del Governo. «Nessuno verrà lasciato solo». 
1350 ESUBERI La multinazionale americana, «nonostante un piano di investimenti di cinquecento milioni in quattro anni e nonostante la prospettiva di un incremento dei volumi produttivi complessivi in Italia, ha dichiarato 1.350 esuberi, di cui 1.200 nelle fabbriche e 150 nei centri ricerca, annunciando la chiusura dello stabilimento di Caserta in cui lavorano più di 800 persone, la cessazione di uno dei due stabilimenti di Fabriano, quello di Albacina, i cui 600 lavoratori secondo il progetto aziendale dovrebbero essere trasferiti nella vicina fabbrica di Melano, e la dismissione del sito di None (Torino) dove attualmente ci sono novanta addetti fra il magazzino e il centro ricerche». «Il piano prevede di converso – spiega il sindacalista – la crescita di alcune fabbriche, in particolare quella di Varese dove si preannuncia un incremento occupazionale di 280 persone, e quella di Melano, dove sarebbe di nuovo concentrata la produzione dei piani cottura». 

LAVORATORI SBIGOTTITI C’è sbigottimento allo stabilimento Indesit di Carinaro (Caserta) dopo «l’annuncio shock» della chiusura della fabbrica ad appena due anni dalla chiusura dell’altro insediamento gemello di Teverola che era costato quasi 200 esuberi. I circa 800 dipendenti hanno bloccato la produzione dando vita ad uno sciopero immediato. Secondo i lavoratori è stato ribaltato il piano industriale e svuotato lo stabilimento dalle produzioni previste dagli accordi. «Il ritorno dei piani cottura a Fabriano – spiega Antonello Accurso, segretario provinciale della Uilm di Caserta – è un autentico uno scippo industriale. Caserta non può pagare ancora. Questo è sciacallaggio commerciale». Per il leader della Fiom-Cgil di Caserta Massimiliano Guglielmi «la scelta è inaccettabile perché sancisce la morte dell’industria della provincia di Caserta. Vengono oggi al pettine i nodi dell’accordo del 2013 che mostra tutta la sua debolezza». «Costruiremo la reazione più tenace per rigettare questo piano e auspichiamo che il governo sia dalla nostra parte per far cambiare idea alla multinazionale Whirpool» sulla chiusura della Indesit di Caserta. Così il segretario generale della Uilm Campania, Giovanni Sgambati. Le Rsu di Caserta, che seguivano in streaming dallo stabilimento l’incontro in corso al Mise, hanno lasciato la sala per preparare una reazione immediata. «Whirpool si assume la grande responsabilità di chiudere l’ultima realtà che ha nella storia del marchio Indesit», dice Sgambati. «La cosa più grave è che chiude in un territorio già devastato come Caserta e di fatto smentisce quanto detto dall’azienda a febbraio sul mantenimento degli accordi in essere», aggiunge il dirigente sindacale. Indesit, prima dell’acquisizione, si era impegnata a non far ricorso a licenziamenti fino a tutto il 2018 e a investire 83 milioni nelle fabbriche italiane.

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