Vincenzo Niro: ho accolto con particolare favore ed interesse la proposta al progetto Molisannio

Il dibattito sulla riforma costituzionale soprattutto per la parte che attiene alla riorganizzazione politico-istituzionale del territorio è ormai entrato nella parte più calda e, almeno dal mio punto di visto si fanno sempre più pressanti le preoccupazioni di chi, come me vede nelle riforme proposte un vero attentato alla democrazia nel nostro Paese. Tra le altre la proposta dall’On. Morassut ed altri, riferita al riassetto politico-istituzionale, con la riduzione delle Regioni da Venti a Dodici, appare a miei occhi come una vera offesa alla dignità degli italiani, – afferma in una nota il Consigliere regionale Vincenzo Niro – una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti di un intero popolo, poiché appare chiaro che la costituzione delle Dodici nuove regioni è frutto di una serie di segni tracciati sulla carta geografica, senza alcuna considerazione per la storia , le tradizioni le abitudini, la cultura e, direi anche gli assetti socio-economici.
L’unico principio ispiratore è evidentemente quello di una riduzione dei costi, peraltro tutta da verificare, ma se così deve essere allora mi chiedo ma perché non ridurre le Regioni a Quattro, anziché a Dodici, come indicato dall’Unione europea, e preoccupandoci però, nel ridisegnare i confini, di non tranciare affetti, legami, tradizioni e storia?
Non è questo però il mio modo di pensare ad una rivisitazione dell’assetto politico-istituzionale del nostro Paese e a tale proposito, per quanto concerne la parte di territorio a cui sono legato, per nascita e per mandato istituzionale, ho accolto con particolare favore ed interesse la riapertura da parte dell’On. Mastella al progetto “Molisannio”.
In passato abbiamo avuto modo, più volte, di discutere l’argomento; io stesso me ne sono fatto portavoce in diverse occasioni e ricordo in modo particolare, prima la conferenza programmatica del partito tenutasi a Campobasso nel 2011, e successivamente, nel 2013, il convegno “Cinema e identità culturale: un progetto per il Molisannio”, organizzato a Bagnoli del Trigno in collaborazione con la Molise Film Commission.
Ho sempre guardato con favore ad un progetto che mirasse ad unire territori che condividono linguaggio, tradizioni, cultura, condizioni sociali ed economiche e che, pertanto, possono aprirsi ad un confronto sereno e ad una collaborazione fondata su proposte condivise, poiché tutti partono da posizioni socio-economiche e culturali sostanzialmente paritetiche.
Per questa ragione ho sempre detto e continuo a sostenere che una possibile costituzione di una nuova regione, in questa parte del territorio nazionale, deve mirare all’unione del Molise con i territori del Sannio campano e con quelli della Daunia, per questi ultimi più volte si è parlato infatti di Moldaunia, in relazione al Molisannio; territori nei quali, peraltro, molti amministratori, con i quali ho avuto modo di confrontarmi costantemente, hanno già prodotto dichiarazioni ed atti di indirizzo, condividendo il comune sentire dei propri concittadini, per il distacco dalle proprie regioni di appartenenza e per unirsi al Molise.
Non ho mai, invece, condiviso l’inserimento del Molise nella Macroregione adriatica, con Marche ed Abruzzo, in quanto se l’unione con l’Abruzzo rientrerebbe in un naturale ricongiungimento di territori che hanno già condiviso assetti politico –istituzionali e sono di fatto legati da vincoli storici, sociali e culturali, sarebbe invece una sostanziale forzatura tecnico amministrativa l’unione con le Marche, con cui non abbiamo alcun tipo di vincolo; anzi, come ho già avuto modo di far presente ad alcuni colleghi abruzzesi, sarebbe forse il caso di pensare ad una possibile unione che leghi anche il territorio abruzzese a quello ipotizzato con Molise, Sannio campano e Daunia.
Ribadisco quindi l’apprezzamento per quanto dichiarato da Mastella, poiché è evidente che l’adesione del sindaco della maggiore cittadina del Sannio, all’idea di dare forma ad un nuovo assetto politico istituzionale di questo territorio ci consente di guardare con rinnovato entusiasmo e concretezza ad un progetto che per molti aspetti è affascinante come per molti altri complesso.
Sarebbe, necessario per verificare la concreta fattibilità di questa proposta, nonché i nuovi scenari politico-istituzionali e socio-economici che essa potrebbe determinare, che i maggiori centri di studio del territori interessati e, quindi, le Università del Molise, del Sannio e di Foggia, ne facessero oggetto di studio.
Nel contempo deve essere avviato, senza indugio, un articolato, condiviso e serio percorso di elaborazione di una proposta di definizione della strutturazione politico amministrativa del nuovo organismo istituzionale, dei livelli di governo sub regionale e locale, una proposta improntata alle sempre più marcate esigenze di semplificazione amministrativa, di certezza dei ruoli, di capacità di dare risposte integrate sul territorio, di salvaguardia di adeguati livelli di erogazione dei servizi, una proposta che sappia in definitiva suggerire un modello di pubblica amministrazione efficiente ed efficace.
Certamente – conclude Niro-  abbiamo bisogno di sgombrare il campo da ogni forma di strumentalizzazione di questa idea, che deve essere invece valutata con attenzione e assoluta onestà intellettuale, avendo come unico fine la tutela dei territori e della identità delle popolazioni interessate.

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