Vincenzo Cotugno: il governo della Regione Molise rischia di essere l’esercizio di un club privato

Quando nel febbraio 2013 con la lista “Rialzati Molise” mi sono candidato per sostenere l’elezione del Presidente Frattura, l’ho fatto in nome di un ideale preciso, condiviso con il candidato presidente , di  restituire il Molise alla politica, riportare al centro del dibattito i temi  in nome di una progettualità che partisse dal territorio e non da un governo  arroccato nel palazzo, concependo la gestione della cosa pubblica come un mero esercizio di potere affidato a poche persone influenti che determinano il destino di tutti i molisani. E la nostra battaglia fu vinta proprio in nome di quell’ansia di cambiamento, in nome del bisogno diffuso e fortemente avvertito dalla gente comune di spalancare le porte della stanza dei bottoni e poter finalmente partecipare ai processi decisionali. Ebbene, dopo due anni di governo, mi sento di dire che, quella sfida al cambiamento, rischiamo di perderla.  E non credo di essere l’unico a pensarla così, viste le conferenze stampa ed i tavoli degli ultimi giorni convocati da alcuni partiti della maggioranza.
Quanto accaduto nei giorni scorsi, e mi riferisco ovviamente alla riprogrammazione dei fondi per circa 90 ML di euro da destinare in infrastrutture viarie, è  l’ennesimo episodio di una stagione compromessa da troppi individualismi e repentini scatti in avanti. Quello che rivendico, si badi, non è una pubblica ammenda (che comunque è mancata…) per lo sgarbo personale e la mancanza di rispetto istituzionale per il ruolo assegnatomi. La questione che pongo è di metodo, non di principio.
In questi due anni credo di aver dato ampia dimostrazione del fatto che mi sono candidato non per “avere visibilità” ma per contribuire ad un progetto serio e determinato per il rilancio del nostro territorio e la ripresa della nostra economia. Sono certo che l’amico Nagni, che stimo e di cui riconosco il grande impegno profuso  per il suo settore, non ha agito in mala fede escludendo un collega. E così lo stesso Presidente Frattura.  Come pure sono convinto che le opere finanziate – pur essendo state decise in assenza di collegialità – siano tutte meritevoli di realizzazione.
Il punto è un altro.
Il punto è che il governo della Regione Molise rischia di  essere l’esercizio di un club privato chiudendo a tutti gli altri  le porte della stanza dei bottoni. Quali priorità si è data la Regione Molise nel distribuire i finanziamenti?  E’ stato prediletto il risanamento di infrastrutture esistenti ma non funzionanti?  O si è preferito investire sulla costruzione di nuove infrastrutture più moderne ed efficienti?  Perché sono state favorite alcune aree a discapito di altre?  In nome di quali urgenze? Dico questo perché, se scorriamo la lista delle opere finanziate, ci accorgiamo che ai Comuni della provincia di Isernia (solo 8!!) sono stati assegnati meno del 10% dell’intera riprogrammazione. E’ evidente la penalizzazione del territorio pentro, incominciando proprio dal Comune di Venafro (appena 200.000,00 euro) e nulla per il Consorzio di Bonifica.
Ecco, la questione che intendo porre è appunto questa: chi decide dove intervenire? Qual è il metodo seguito nella programmazione e distribuzione dei finanziamenti?  La politica è progettualità e non c’è progettualità senza confronto e senza condivisione. Anche perché quando si abbandona la via del dialogo nascono inevitabilmente contrapposizioni, proteste o errori (come quello di escludere l’olio molisano dai prodotti tipici regionali da valorizzare a EXPO!!).
L’auspicio è che il governo regionale ritrovi coralità di giudizio e collegialità nelle valutazioni, che l’azione di governo sia la sintesi efficace di un confronto produttivo ma costante che veda coinvolti non solo il Presidente e gli Assessori, ma anche i Consiglieri regionali, gli esponenti dei partiti e quando necessario, i Sindaci e i rappresentanti delle associazioni di categoria e del territorio.
Basta con le messe a punto, i tagliandi, le richieste di visibilità, le crisi più o meno presunte: la maggioranza politica e la struttura dirigenziale ha competenze e professionalità di prim’ordine (e in questi due anni lo ha dimostrato risolvendo tanti problemi e avviando un’azione di profondo risanamento dei conti della Regione); è  necessario solo un maggior coinvolgimento di tutti per arrivare a decisioni condivise per l’intero tessuto produttivo e sociale dell’intera Regione.
Dobbiamo ripartire dal basso, dallo studio del territorio e delle sue esigenze; in quest’ottica si è mosso per mesi il Tavolo del partenariato e tanti sono gli spunti emersi che adesso vanno tradotti in azioni concrete di governo. Non dobbiamo avere paura di raccogliere le esigenze e anche le lamentele che vengono dal territorio!
Fare politica significa appunto questo, occuparsi della cosa pubblica e soddisfare i bisogni della gente. Ripeto, non voglio porre questioni di principio: quelle le lascio a chi non ha argomenti e idee su cui confrontarsi. Io mi sono battuto e continuerò a farlo per vedere affermati i principi e i valori che due anni fa ci hanno portato a vincere le elezioni per governare questa regione. Abbiamo un dovere verso la nostra gente, non dobbiamo dimenticarlo mai!.
  Vincenzo  Cotugno

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