Le operazioni di controllo delle consistenze numeriche disposte dalla giustizia amministrativa con ogni probabilità avranno riverberi anche sulla attuale procedura elettorale, specie se dalla verifica emergessero palesi incongruenze o difformità documentali. I bene informati insistono nel dire che ci potrebbero essere sviluppi molto significativi, qualcuno dice anche clamorosi, anche perché all’azione della giustizia amministrativa si sommerebbero altre operazioni di verifica, incrociate, tra i dati e i voti 2008 e i dati e voti 2013. La procedura per l’elezione del nuovo presidente della Camera di Commercio è un’operazione molto complessa, molto arzigogolata e con molti passaggi che coinvolgono la Camera di Commercio e la regione Molise. In pratica si tratta di attribuire i seggi del consiglio camerale (quello che elegge il Presidente) alle associazioni di categoria dei vari settori produttivi che la Camera di commercio rappresenta. C’è l’industria, c’è il commercio,c’è l’artigianato, c’è il turismo, ci sono i servizi alle imprese e così seguitando. Per ottenere i seggi le associazioni si candidano, a certe condizioni, e dichiarano, sotto la responsabilità del legale rappresentante il numero dei loro iscritti, regolarmente paganti le quote all’associazione. In base a questi numeri si attribuiscono poi i seggi alle singole associazioni. Un meccanismo barocco, farraginoso e forse poco trasparente, voluto però da una serie di normative nazionali. E su queste procedure oggi interviene il Tar che vuole capire, con propria ordinanza, se le consistenze dichiarate da alcune associazioni sono poi riscontrabili nella realtà. Come che sia è prevedibile un periodo di turbolenza, anche perché ovviamente la nomina di un Presidente (e della Giunta camerale) della Camera di commercio fa gola a molti e bisogna assicurare la massima trasparenza, adesso come cinque anni.