Il gruppo realizzava siti per il commercio elettronico con grande precisione e cura dei particolari dando vasta pubblicità sui motori di ricerca più visitati, anche attraverso la stipula di contratti particolari che ponessero sempre tali articoli in posizioni apicali.Le perquisizioni sono state eseguite a Pescara, Campobasso, Ferrara e Livorno. I 13 siti web, tutti attestati in Italia, gestiti remotamente dal gruppo, attraverso società britanniche, per pubblicizzare il presunto materiale hi-tech oggetto delle truffe sono sotto sequestro.