Trasporto pubblico. Le motivazioni dei sindacati alla protesta

Nonostante siano passati oltre due anni dalla nascita della neo azienda ATM spa, nascita annunciata come l’inizio di una nuova era e che doveva risolvere le annose e onerose questioni del TPL molisano, siamo ancora lontani dalla soluzione delle innumerevoli questioni in campo. Come si evince dall’elenco, le problematiche sono talmente tante che ci lasciano perplessi le richieste(anche da parte di una O.S.) di aggiudicazione della gara per il gestore unico, indetta dalla regione Molise, ad un’azienda incapace di avere buone relazioni sindacali. Tale mancanza è indice di una scarsa attenzione alle buone pratiche di gestione. Per non citare l’atteggiamento estremamente punitivo nei confronti dei dipendenti(sanzioni, oltre che ingiustificate, decorrelate dalla presunta mancanza).

Per Noi è essenziale che l’eventuale azienda aggiudicatrice sia in grado di:
1. Svolgere un efficiente servizio pubblico al minor costo per la collettività (in relazione ai costi effettivi e dedicati sostenuti);
2. Rispettare i contratti collettivi(e le naturali controparti); sul possesso di queste due condizioni, attualmente, nutriamo seri dubbi.
Crediamo che la precedente amministrazione regionale abbia commesso numerosi errori nella gestione del T.P.L., errori che inficiano anche parte del presente.
Fra i tanti, segnaliamo che i contratti di servizio sono passati da un costo medio chilometrico, all’1/01/10 ante taglio dei km, di € 1,465, ad un costo medio, all’1/1/12, di € 1,923(escluso compartecipazione accise e tessere di libera circolazione), con un aumento, in due anni, di oltre il 30%.
 

A seguito di ciò, le scelte regionali precedenti hanno comportato:
· L’aumento, in maniera esponenziale, del costo del servizio per la collettività, riportando il costo totale quasi uguale a quello ante taglio dei km, a fronte di una diminuzione di un terzo dei servizi;
· maggiori ricavi ed un minor costo, per i servizi ridotti, per le aziende; complimenti, meglio non si poteva proprio fare.
Purtroppo, temiamo che tale situazione, in assenza di correttivi, possa avere riflessi negativi sia nel servizio al cliente sia nei lavoratori addetti. In questo ambito, visto che l’azienda in questione è la principale beneficiaria della situazione, ci riesce difficile capire come, a fronte di un costo km inferiore per l’aggiudicazione della gara(€ 1,68), possa un’azienda, già in difficoltà adesso, offrire
maggiori chilometri e garanzie per i pagamenti.
Infatti, attualmente abbiamo ancora:
· Pagamento stipendio – la società ATM spa non ha mai pagato puntualmente lo stipendio mensile(la nascita della nuova società è, quindi, avvenuta senza nessun piano credibile), benché abbia ricevuto con regolarità le rimesse dallaregione; l’avvicinarsi delle scadenze e delle festività rischia di essere un incubo per i lavoratori.
· Accordi aziendali – come già accennato, non esistono contratti di secondo livello, eppure alla ditta sembra essere riconosciuto un premio, calcolato sul costo chilometrico, del 20% per la contrattazione di secondo livello, come Pulizia e disinfestazione ciclica – queste mancanze ataviche sono incredibili in una società civile; non è possibile che mezzi frequentati da migliaia di persone, non siano soggetti a pulizia e disinfestazione ciclica; attualmente sono gli autisti, armati di buona volontà, a disporre per la pulizia, nel periodo residuo fra una sosta e l’altra; oltre al servizio insufficiente per la clientela, si espone a rischi sia il lavoratore che il viaggiatore;
· Sosta prolungata in posti privi di servizi – più volte abbiamo segnalato la sosta dei lavoratori in luoghi sprovvisti di locali di ricovero e servizi, quali sono le azioni che l’azienda intende intraprendere per la salute e la sicurezza del personale?
· Regolarità fermate codice della strada – molte delle fermate attuate dagli operatori sono al di fuori delle norme del Codice della Strada. Occorre, al fine di evitare responsabilità penali e civili da parte degli operatori provvedere immediatamente ad un piano di regolarizzazione delle stesse.
· Abbonamenti – il RD 148/31, art.34, prevede la concessione di abbonamenti “. In relazione alle speciali condizioni degli agenti e persone di famiglia rispetto alla residenza od ai bisogni, l’azienda concede, su una o più delle linee da
essa esercitate, permanenti di viaggio per provviste viveri, per istruzione, per ragioni di cura o per altre ragioni che ne giustifichino la concessione”, invece l’azienda ne prevede il pagamento, sia pure in misura ridotta
· Dulcis in fundo, la mancanza assoluta di un contratto aziendale che darebbe la soluzione a tutte le anomalie citate e non, a titolo esemplificativo, elenchiamo:
– Mancanza di metodi oggettivi per la partecipazione a promozioni od avanzamenti di carriera;
– Il compenso per supero nastro, cioè l’impegno del dipendente oltre la dodicesima ora, è di soli € 0.52 l’ora;
– Il tempo di lavoro in cui il dipendente sosta fuori sede per disposizioni dell’azienda è calcolato con la percentuale minima prevista del 12%, cioè cinque ore trascorse fuori residenza, per l’azienda, comporta un calcolo di lavoro per il dipendente di soli 36 minuti;
– il premio per evitato sinistri permetterebbe al lavoratore di stipulare delle polizze aggiuntive per garantirsi in caso d’incidenti rilevato dalla determinazione dell’equo corrispettivo, il quale, tra l’altro, ha preso, come base dei costi, il contratto Asstra, perché ritenuto più favorevole per i lavoratori rispetto a quello Anav, cui appartiene l’azienda. La situazione ha prodotto ricorsi giudiziari, causa l’inadeguatezza del tavolo della trattativa.
· Turni e Riposi settimanali – pur prendendo atto della volontà di stabilire i riposi settimanali in regola con la normativa, ad oggi l’assegnazione ai turni di servizio non avviene in base all’anzianità posseduta dai singoli lavoratori(come previsto dal RD 148/31 e dalla prassi) e non c’è la rotazione per le sedi servizio cui sono addetti i lavoratori, con la possibile conseguenza di arbitrio e disomogeneità della prestazione dei singoli(art.6 del ccnl 2000);
· Agente Unico – ci sono lavoratori che percepiscono tali competenze ed altri no; anche questa scelta dell’azienda ha prodotto un notevole contenzioso nelle sedi giudiziarie, per l’impossibilità della soluzione al tavolo della trattativa.
· Sedi di lavoro e trasferte – non sappiamo se sono stati regolarizzati tutti i lavoratori che avevano delle residenze di “bacino”(situazione non prevista legalmente e contrattualmente), del resto la mancanza di comunicazione è sintomatica della situazione critica dei rapporti esistenti.
· Metodo consegna valori – più volte abbiamo contestato il metodo con cui sono effettuate le consegne dei valori.

Le questioni sollevate sono:
– La società non ha mai chiarito il comportamento che il lavoratore deve osservare per la consegna valori nel caso in cui il turno non preveda il raggiungimento delle sedi previste o le raggiunga in orario di chiusura degli uffici; eppure, nelle disposizioni di servizio, la ditta ne pretende la consegna entro 24h dal termine del lavoro;
– Normalmente, per supplire a tale lacuna, accade che la busta dei valori sia consegnata al datore di lavoro dopo vari passaggi fra operatori. Tale auto-organizzazione non garantisce le varie responsabilità in caso di mancanza di denaro. Infatti, in passato è già accaduto che la ditta abbia contestato solo all’operatore iniziale l’insufficiente valore e preteso dallo stesso le somme mancanti. Inoltre, sempre in tema di responsabilità, si aggiunge che gli operatori sono sprovvisti di rilevatori di banconote false; eppure, nel caso di accettazione di falsi, l’operatore, privo anche
di una competenza specifica per il rischio di maneggio denaro, è tenuto al risarcimento.
– Spesso i dipendenti hanno il possesso di somme di un certo rilievo e sostano in località prive di locali di ricovero, quali sono le azioni individuate dall’azienda per eliminare il rischio particolare di rapina, furto o smarrimento?
– I lavoratori sono anche privi di un fondo cassa idoneo a svolgere il servizio commerciale loro affidato e sono costretti ad anticipare le somme per conto del datore di lavoro che, da parte sua, ritarda il pagamento degli stipendi e/o riduce unilateralmente lo stesso.

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