Time Out/ Il basket campobassano dagli anni 70′ agli anni 90′: Sergio Contini

di Stefano Manocchio

Ha allenato per tre anni la squadra locale, portandola ai fasti della serie ‘B’; Sergio Contini, classe 1957, arrivò a Campobasso da giovanissimo allenatore e portò subito, come detto, una prestigiosa promozione. Non si può, quindi, fare a meno di parlare della migliore delle sue tre stagioni nel capoluogo molisano: nel campionato 1984/85 la squadra affrontò il campionato di serie B (ancora ‘unica’) ma alla fine arrivò la beffa e la ‘ripartenza’ dalla B2 appena istituita. L’inizio di una carriera brillante fu a Sassari dove nel ruolo di vice allenatore, negli anni’80 vinse la ‘C2’; ma non rimase nella città sarda perché (è lui stesso a dirlo), considerato ‘troppo giovane’ e arrivò la proposta per Campobasso, con il battesimo del fuoco in serie C.

Come si trovò appena arrivato a Campobasso?

“Molto bene, la gestione della squadra sembrava essere quella familiare e venivo supportato in tutto, nessuno mi ha mai lasciato solo; in sostanza ero uno di famiglia e ricordo con tanto piacere quel periodo”.

La gestione, lo ricordiamo, era quella del compianto presidente Franco Di Placido che ha lasciato un segno indelebile e ricordi bellissimi in tutti, dai giocatori ai dirigenti, dall’allenatore ai tifosi rossoblù.

Qualche ricordo entusiasmante?

“Sicuramente la finale playoff contro Teramo in un Palavazzieri ‘infuocato’. La serie B fu affrontata con professionalità; bravissimi i dirigenti ed ogni mia richiesta venne esaudita, i giocatori erano molto forti, Il ‘roster’ dell’anno precedente venne rivoluzionato con l’innesto di autentici fuoriclasse: voglio ricordare che avevamo in squadra una rosa, tra nuovi e ‘vecchi’, composta, ad esempio, da Campiglio, Servadio, Mossali, Grasselli e comunque nei tre anni non sono mancati anche i talenti locali ad iniziare da Lanzone e Cefaratti, ma anche Lodomorzi e in panchina era assistente Di Marzio. L’anno precedente in C1 avevamo bravi giocatori, forti e umili: Cardinali, Milillo, Bianchini, Castorina e ne dimenticherò sicuramente qualcuno, ma li ricordo bene. E poi i dirigenti: i fratelli Di Vico, Varrone, il compianto Antonelli. Ricordo molto volentieri Bruno Petti ”.

Quali i ricordi più belli della città e dell’ambiente sportivo?

“La prima nevicata a dicembre; ma per me che non ero abituato vedere che a marzo ancora c’era neve a terra fu una novità assoluta, che mi sorprese molto. Ma ricordo bene le domeniche mattina da Lupacchioli, le passeggiate per il Corso dove ero beniamino di tutti, il ristorante ‘da Mario’ e la trattoria ‘da Concetta’: ambienti familiari, gente semplice e gentile”.

Cosa è successo dopo Campobasso?

“Ho avuto ancora belle stagioni, anzi in qualche caso ho fatto il salto di qualità verso tornei prestigiosi: ho conosciuto Marcelletti a Caserta, poi San Severo, Ferrara, sono arrivato fino alla A/2. Poi ho lasciato il mondo della pallacanestro”.

Sergio Contini e Michele Falcione (foto archivio della manifestazione “80 canestri per vincere ancora”)

Ringrazio il Comitato provinciale di Campobasso dell’Associazione Nazionale Stelle e Palme al Merito Sportivo che, nella persona di Michele Falcione, mi sta dando un grande aiuto nel contattare i personaggi che poi andrò ad intervistare.

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