Time Out/ Il basket campobassano dagli anni 70′ agli anni 90′: Maurizio Trotti

di Stefano Manocchio

Forse sarà stata la sorte a decidere che i ‘Maurizio’ del basket debbano essere particolarmente legati a Campobasso; certo è che per emotività e ricordi l’intervista che segue, a Maurizio Trotti, è simile, su linee e posizioni diverse, a quella già rilasciata da Maurizio Martionia. Trotti arrivò a Campobasso, preceduto dall’entusiasmo degli addetti ai lavori, curiosi di vedere all’opera un giocatore che era, per curriculum e di fatto, di un livello superiore rispetto al campionato di B2 che avrebbe dovuto affrontare (veniva da Desio e questa già era una garanzia). In tanti immaginammo che avrebbe fatto molto bene e così fu, visto che le sue prestazioni nei tre anni in cui ha vestito la canotta rossoblù lo hanno visto essere leader assoluto e marcatore implacabile, dal 1986 al 1989, con il passaggio da B2 a B d’Eccellenza.

Partiamo subito da quella che dovrebbe essere la fine dell’intervista: ricorda qualche episodio in particolare dei tre anni vissuti a Campobasso?

“Ricordi ce ne sono tanti e tutti belli, ma voglio citare questo episodio, per il ricordo forte che ha lasciato in me. Mi venne regalato un cucciolo di cane pastore maremmano da un maestro di sci a Campitello Matese, Antonello Merola: un giorno andò a ‘tuffarsi’ nella fontana della villa del Municipio ed io dovetti entrare con l’acqua fino alle ginocchia e la gente che guardava incuriosita. Ho tenuto quel cane per 13 anni e mi ci ero affezionato tanto, perciò questo è un ricordo molto bello”

E della vita nel capoluogo molisano cosa vogliamo dire?

“Abitavo in un appartamento in Via IV Novembre, c’erano anche Maestripieri e Amorosa, che poi è diventato sindaco. La città era tranquilla si viveva bene; si andava per il Corso, poi al bar da Lupacchioli e si mangiava bene: la pizza e minestra da Concetta, i secondi di carne e le pietanze abbondanti da Mario e da Aciniello e si viveva a contatto con persone sempre gentili. Ricordo bene il centro storico ed il Castello Monforte, la città la giravo e facevo parte della città stessa. Appena arrivato a Campobasso, Alfio Romito mi portò in giro con la macchina e tutto mi è piaciuto da subito. E poi le partite, i tifosi, che erano anche amici e il ricordo di tante persone, ad iniziare da Mario il massaggiatore che purtroppo, ho saputo, è venuto a mancare come il compianto Carlo Antonelli. La società: il presidente Di Placido, di cui ho appreso la scomparsa, i fratelli Di Vico, il grande preparatore atletico Bruno Petti. Ma ricordo tante persone anche fuori dallo stretto ambiente societario: Costantino Potena, Maurizio Fiorilli, che era un confidente per me, Michele Falcione, che ci ha anche arbitrato in alcune amichevoli. Ricordo anche i giornalisti e i telecronisti: Gianni Oriente che purtroppo è venuto a mancare e poi Gennaro Ventresca, le televisioni TRC e Telemolise. Ma ho ricordi belli di tutto il Molise: le rovine di Altilia, la costa con Termoli e Campomarino, Campitello Matese, dove si organizzavano anche i camp estivi”

Maurizio Trotti con la canotta delle ‘glorie rossoblù’

Ecco, la squadra, parliamone

“L’allenatore era Martinoia, un motivatore e sapeva darci sempre la carica giusta. Lui è umile e ironico, semplice e disponibile, molto partecipe alla partita. Il sabato mattina andavamo tutti a casa sua a vedere i filmati dell’avversario che poi avremmo dovuto affrontare. La squadra era molto affiatata e l’ambiente sereno aiutava molto; poi il pubblico sempre numeroso e caloroso. I risultati arrivavano perché stavamo bene ed eravamo insieme anche fuori dal campo e a volte andavamo anche in gita insieme”.

La partita più bella?

“Quella che mi piace ricordare è lo spareggio con Battipaglia; realizzai, se ricordo bene, 33 punti e venimmo promossi; un supertifoso con la barba stappò una bottiglia di champagne o spumante e praticamente la ficcò in gola al presidente, che era anche lui super entusiasta, per festeggiare”

Solo ricordi belli?

“Uno solo brutto quando, sceso di casa, vidi che mi avevano rubato due gomme all’auto e messo sotto i mattoni; ma sono talmente tanti i ricordi belli che questo quasi non vale”

C’è poi il ricordo della partita con le ‘vecchie glorie’ nel 2012

“Un ricordo indelebile: ho rivisto i compagni di squadra e il presidente. Andammo a casa sua senza avvisare e non dimenticherò mai la faccia che fece quando ci vide; poi ci abbracciammo. Se sarà possibile tornare a Campobasso per qualche ricorrenza sportiva vorrò entrare al Palavazzieri e girarlo tutto, entrare negli spogliatoi e sentirne l’odore, perché i ricordi sono molto belli e vivi”.

Dopo Campobasso come è proseguita la carriera?

“Non mi sono mai mancate le soddisfazioni, per fortuna; sono stato ad Avellino, Cagliari, Caserta e poi tornato a Desio. Ho smesso di giocare nel 2005 e sono sempre nel basket come allenatore. Vivo a Lainate, la città vicino l’Expò, verso Varese sulla Milano Laghi”.

Maurizio Trotti non ha nascosto emozione in questa intervista. Ha nominato molti giocatori di allora , compresi i molisani e ne ha dimenticati veramente pochi: ma nella fretta non li ho appuntati tutti e allora, per non creare disparità non ho scritto l’elenco. Il ricordo personale è adesso di una bella chiacchierata che ‘work in progress’ ha fatto uscire ad entrambi ricordi bellissimi, di quell’epoca d’oro del basket campobassano e della nostra età giovanile. Credo che basti per emozionarsi.

Ringrazio il Comitato Regionale del Molise dell’Associazione Nazionale Stelle e Palme al Merito Sportivo che, nella persona di Michele Falcione, mi sta dando un grande aiuto nel contattare i personaggi che poi andrò ad intervistare.

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