Termoli…Cocco Bill e il brand

Il 28 marzo 1957 esce su” Il Giorno dei ragazzi “la prima storia di Cocco Bill disegnata da Benito Jacovitti, uno dei più geniali autori del fumetto italiano, il quale ha saputo raccontare con grande fantasia e creatività le trasformazioni della nostra società durante la seconda metà del Novecento. Con la sua comicità ha reso evidenti gli aspetti negativi del Paese, ma anche la voglia che hanno gli italiani di ridere dei propri difetti. Cocco Bill è un infaticabile difensore della legge che si muove in un Far West assurdo, un mondo riveduto e distorto dalla fantasia dell’autore che esalta persino la passione di Cocco Bill per la camomilla consumata nei saloon al posto del classico whisky. Cocco Bill è un eroe solitario senza comprimari fissi, a eccezione del suo fedele cavallo Trottalemme, uno animale dalle doti quasi umane. A volte partecipano alle sue avventure Kuknass Brothers e l’agitata Osusanna Ailoviù, nella parte della spasimante non corrisposta. Nonostante questo Far West nasca dalla fantasia di Jacovitti, non mancano tutti gli elementi dell’immaginario collettivo legati ai film e ai fumetti compresi i classici stereopiti del mitico western: killer e pistoleri dai modi duri ma alquanto imbranati, banchieri e proprietari terrieri, sceriffi, banditi, saloon e persino le “giacche blu” della cavalleria americana. Spesso Cocco Bill affronta bande di malviventi comandate da capi cattivissimi spalleggiati da sceriffi corrotti; a volte compaiono gli indiani, pardon i pellerosse, che parlano una specie di simil-napoletano; non mancano le risse nei saloon, i tentativi di linciaggio, le sparatorie, le battaglie piene di aggrovigliati personaggi.

Qualcuno ha accusato questo fumetto di essere eccessivamente violento, ma il protagonista opera in un mondo dominato dalla legge del più forte, dove però la violenza di Cocco Bill ha un carattere così iperbolico da risultare sublimata: se la scarica della sua micidiale pistola elimina il “cattivo”di turno, se i suoi pugni con strane traiettorie fanno saltare denti o ammaccano occhio e nasi, se lo stesso Cocco Bill diventa vittima di sonore bastonature, la scena si rivela essere una gag e perde ogni aspetto negativo. Si tratta di una violenza estremizzata in modo magistrale, perchè amputazioni, sparatorie, pugni e calci, grazie alla mancanza di sangue e all’impiego di espedienti grafici sdrammatizzanti non sono mai scioccanti. “Cocco Bill farà cantare le sue sputafuoco….con soddisfazione dei becchini e anche dei diavoli dell’ Inferno, che talvolta irrompono dal terreno per ringraziare il loro costante fornitore di anime nere…” Per questi suoi pregi le storie di Cocco Bill riescono a mantenere a distanza di tanti anni tutto il loro fascino e la loro vis satirica.  No brand per la nostra città? No brand culturale sempre per la nostra città?

Come i libri nello scaffale si appoggiano e si interrogano l’un l’altro, così le teorie, le dottrine, le ricerche non possono stare sole, senza obiezioni, correzioni, opposizioni, senza critiche e buoni consigli. Così noi, quel che sappiamo e che facciamo, non sta su senza appoggiarsi a quel che tu mi opponi. Come i libri in piedi nello scaffale.
cappellaroccodettotommaso
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