Termoli Bene Comune: pronti a difendere con forza la sanità pubblica

In questi giorni, in cui agli onori della cronaca balza la probabile chiusura del punto nascite dell’ospedale San Timoteo di Termoli e, con esso, del reparto di Pediatria, sentiamo di non poter rimanere indifferenti rispetto ai notevoli disagi a cui andrebbero incontro le famiglie termolesi e di tutto il basso Molise nel momento in cui venissero private di un diritto fondamentale: quello di poter ricevere le cure mediche necessarie senza dover viaggiare in strade, come quelle della nostra regione, spesso carenti per manutenzione e sicurezza stradale.
Forte è la nostra preoccupazione rispetto alla possibilità della chiusura di reparti strategici del nostro ospedale. Riteniamo sia necessario far sentire la nostra voce, certi che nell’interesse di tutti e per la realizzazione del bene comune, si possa e si debba trovare una soluzione che tuteli il diritto alla salute delle donne e dei bambini e garantisca a tutto il personale sanitario condizioni di lavoro giuste ed eque, fondamentali per una corretta ed efficace erogazione del servizio. Il nostro pensiero va appunto al personale medico e infermieristico dei diversi reparti, non solo quelli a rischio chiusura, che continuano a svolgere il proprio lavoro con passione e spirito di sacrificio. Il nostro pensiero va anche alle famiglie in attesa di un figlio: la gioia che l’evento di una nuova nascita porta con sé non può essere turbata dalla preoccupazione della mancanza di un punto di riferimento sul territorio, non solo per le emergenze, ma anche per visite ed esami di routine. Ed ancora, il ricovero di un bimbo in pediatria per patologie che non necessitano di centri specializzati non può mettere in ginocchio la vita di una famiglia, già destabilizzata dal precario equilibrio quotidiano tra il lavoro dei genitori e le esigenze dei figli.
La stagione estiva è ormai iniziata ed è cosa nota che l’ospedale San Timoteo veda aumentare esponenzialmente il numero degli accessi in pronto soccorso e delle consulenze nei reparti. Come si può pensare di affrontare una stagione estiva senza le unità di ginecologia e pediatria? Da sempre Termoli è meta di turismo familiare. Siamo davvero convinti che le famiglie continueranno a scegliere la nostra città per le vacanze in mancanza di un presidio sanitario sul territorio? Come dar loro torto se preferissero mete non lontane dalla nostra città, ma più efficienti dal punto di vista sanitario?
La questione della probabile chiusura dei reparti di ginecologia e pediatria del San Timoteo e, più in generale quella delle condizioni della sanità molisana, è urgente e richiede di essere affrontata con coraggio e senso di responsabilità. Deve finire il tempo delle beghe politiche, dei rimpalli di responsabilità, dei “vergogna, vergogna” che non fanno altro che rendere più rovente il clima senza trovare soluzioni, della sanità come merce di scambio, dei silenzi complici di chi potrebbe dire una parola e tace per opportunismo o perbenismo. Questo è il tempo delle soluzioni condivise, del dialogo tra le parti, dei cittadini che, di fronte alla possibile perdita di un diritto fondamentale, si mobilitano e si ribellano in piazza e non sui social.
Ci appelliamo allora agli abitanti di Termoli e del basso Molise perché non si lascino scivolare addosso le questioni che riguardano la vita della città e, pur nella legittimità della scelta di essere curati altrove, si facciano portatori di interesse del diritto di ciascuno di ricevere un trattamento sanitario adeguato, appropriato e non lontano da casa.
Ci appelliamo al personale sanitario che ben conosce le difficoltà che affronta ogni giorno: aiuti la politica a trovare soluzioni rispettose del loro lavoro e dei pazienti che hanno in cura.
Ci appelliamo a chi ha una responsabilità politica diretta perché ascolti le parti coinvolte, studi con attenzione il problema e si sforzi di risolverlo in maniera adeguata, coraggiosa, profetica.
Noi ci siamo e ci saremo, pronti a difendere, con forza e con ogni mezzo, il diritto costituzionale e irrinunciabile alla sanità pubblica e convinti che la battaglia per la sanità sia anche e soprattutto una battaglia di civiltà. 

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