Tecla Boccardo: “La Legge di riordino della Sanità Molisana: una vera svolta o “il passo del gambero?”

La proposta di legge “Riordino del Servizio sanitario regionale”, elaborata dalla Giunta, è l’ennesimo e tardivo tentativo del governo regionale di affrontare un importante problema qual è quello della tutela della salute dei cittadini molisani, ancora una volta senza cogliere il vero merito dei problemi e senza un’idea forte di come questo diritto fondamentale di cittadinanza va realizzato nel nostro territorio.

La vera opportunità per porre all’attenzione, nell’adeguata sede, le necessità dei molisani, infatti, si è chiusa il 5 Agosto scorso alla Conferenza Stato-Regioni: una regione latitante, l’incapacità di presentare i problemi e ricercare una soluzione, il consueto procedere in modo scoordinato da parte della nostra politica, ci ha tagliato fuori, di fatto, da attenzioni, opportunità e possibili rimedi ai nostri guai.

E, ora che i buoi sono scappati, proviamo a chiudere le stalle.

Per questo ci troviamo in questi giorni aggrappati alla speranza che il Governo Nazionale consenta il riconoscimento del DEA di II livello al “Cardarelli” di Campobasso, riconoscendo le specificità della Regione i cui cittadini, pur non molto numerosi, hanno i medesimi diritti all’assistenza e alla cura sanitaria di tutti gli altri italiani.

Davanti a questo nuovo possibile sviluppo, assolutamente positivo se davvero venisse raggiunto, sarebbe opportuno che gli amministratori regionali si rivelassero saggi ed equilibrati, ad esempio modificando la proposta di legge prima dell’approvazione in Consiglio Regionale. Sarebbe l’occasione per ripensare il progetto complessivo ed impostare il nostro modello di tutela della salute con un sistema a rete unificato che potenzi la medicina sul territorio, strutturi l’assistenza domiciliare, riduca gli sprechi, elimini le inappropriatezze e garantisca un’adeguata assistenza e cura a tutti gli utenti sparsi sul territorio molisano.

Ma da questo orecchio i nostri politici non ci sentono e si avviano a riformare la sanità molisana riproponendo qui qualcosa che altrove è stato già sperimentato e con risultati negativi.

Un esempio? Vorrebbero passare, nuovamente, dall’ASREM unica, appena andata a regime, ad una nuova settorializzazione e la realizzazione di due Aziende Sanitarie pubbliche. Si tratta davvero del passo del gambero, del gioco dell’oca dove si torna sempre alla casella di partenza: non male come riforma, come innovazione strutturale, come capacità di progettazione di un nuovo Molise al passo con i tempi!

Questa “proposta nuova”, che ripercorre vecchie strade, non migliora, non potenzia e non risolve il grave problema di sostenibilità economica del Sistema di Tutela della Salute, ma “nasconde come polvere sotto il tappeto” la situazione disastrosa in cui si trova la sanità molisana. Inoltre, a nostro parere, presenta contenuti spesso in contrasto con le disposizioni nazionali rivelandosi, com’è, una mera operazione finanziaria di messa in liquidazione dell’ ASREM. Troppo facile sarebbe liberarsi, così, dai vincoli imposti dal tavolo tecnico nazionale e, quindi, attuare una gestione in piena autonomia del sistema sanitario molisano (con il debito attuale di oltre 400 milioni di euro che resterebbe comunque a carico delle tasche dei molisani…).

Per questo la UIL, all’audizione presso la Commissione consiliare, ha fortemente contestato il documento proposto, producendo e depositando un “corposo fascicolo” di osservazioni tecniche, politiche ed economiche (perché si tratta di una questione ad un tempo politica, sociale, economica e tecnica).

La UIL, lo ripetiamo ancora una volta, chiede una riforma vera che coniughi i bisogni di salute dei cittadini con le aspettative dei lavoratori e i sacrosanti diritti dei tanti precari (sempre più minacciati da atti che minano il loro rapporto di lavoro, già impugnati dal sindacato presso le autorità preposte).

La UIL, certo non da sola ma con le altre organizzazioni sindacali e con molte sintonie con i tanti movimenti spontanei di cittadini, da tempo propone concrete soluzioni che possono garantire il diritto universale di tutela della salute oltre che il miglioramento dei conti. Purtroppo, invece, da anni assistiamo solo a fallimentari tentativi di riorganizzazione del sistema con la totale assenza di un’idea chiara di riorganizzazione del sistema sanitario da parte della struttura commissariale e del governo regionale.

Il disastroso stato in cui versa il sistema sanitario oggi è sotto gli occhi di tutti e a nulla sono serviti, nel corso di questi anni, i tagli dei servizi al cittadino, la chiusura di reparti, l’unificazione delle vecchie ASL in ASREM, la riduzione del personale a seguito delle cessazioni dal servizio, il blocco del turn-over, il blocco dei contratti e di conseguenza il congelamento degli stipendi, il mancato rinnovo dei contratti ai precari, l’innalzamento dei ticket, il super ticket, i costosi pacchetti ambulatoriali, l’innalzamento della tassazione locale…

Tanti sacrifici, sulla pelle dei molisani, per nulla: la spesa più che ridursi è cresciuta a dismisura. E questo, purtroppo, ci riconferma nella convinzione che il problema è di tipo strutturale, che non si risolve con qualche intervento tampone, con qualche estemporaneo taglio a questo o quel costo, con qualche trovata e con la fantasia dell’amministratore di turno.

Secondo la Segretaria Boccardo, occorre un ripensamento complessivo, un progetto vero di nuova sanità regionale, un processo di ascolto di tutti i cittadini, una capacità di sintesi da parte di una politica che assume le proprie responsabilità e pensa al Molise dei prossimi decenni e non solo al bilancio economico dei prossimi mesi.

Invece, si ha l’impressione che nelle stanze del potere molisane si pensi che i malati possono aspettare, i molisani sono abituati a sopportare e “passerà anche questa nottata”.

Noi pensiamo, invece, che non c’è più molto tempo a disposizione, che non si può continuare a tentare di fare un passo avanti per poi essere obbligati a farne due indietro (come il gambero, appunto). Le condizioni socio-sanitarie e economiche-occupazionali in cui si trova la nostra Regione non ci consentono di essere inadeguati e/o di fare leggi inapplicabili e che non risolvono i problemi.

La UIL, che al contrario dei nostri amministratori ascolta i cittadini molisani e sa interpretare le istanze dei lavoratori della sanità, sa bene che, per continuare a garantire il nostro sistema sanitario, è necessaria una appropriata riorganizzazione e un recupero della funzionalità e della efficienza del servizio sanitario, attuabili solo attraverso riforme serie e concrete, capaci di coniugare la sostenibilità economica con il diritto alla salute e con la valorizzazione di tutti gli operatori del settore.

Per questo, ancora una volta, con sempre molta pazienza ma anche con una crescente rabbia, la UIL chiede agli amministratori molisani di fermarsi, di non combinare ulteriori danni di cui in futuro tutti ci dovremo pentire, di non pensare a ingegnerie di sistema (due strutture invece che una…) che realizzano soltanto la moltiplicazione delle poltrone dirigenziali, di ascoltare in modo non rituale le forze sociali e le istanze locali e delle comunità, di pensare in grande e di decidere con consapevolezza e con coraggio.

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